Alcuni al tema dedicano l’apertura della prima pagina, altri no. Ma la sostanza non cambia. Il punto è che il ministro dell’Interno “Salvini adesso vuole il controllo del mare”. Così titola a pag. 5 il Corriere della Sera. E per raggiungere l’obiettivo, “spunta la multa per chi salva i migranti”. Per Il Fatto Quotidiano, diventa invece “Migranti, 70 morti e porti aperti: nuovo scontro Lega M5S”. Il Giornale la vede da un altro punto di vista: “Allarme nella Lega: ‘Così perdiamo il treno’”, tanto che per il “Boom di sbarchi Salvini inasprisce le pene e si prende i porti”, si legge nel sottotitolo. Il Messaggero pone invece l’accento su un altro aspetto, quello dei poteri e delle prerogative: “Sbarchi, Salvini svuota Toninelli”. Per La Stampa la questione, nell’apertura, si fa più generale: “Sicurezza, il rilancio di Salvini”. Che per la Repubblica diventa un urlo e al tempo stesso quasi un detto: “Migranti. Chi salva paga”. E i cocci…?
Sulla sicurezza spunta, dunque, un decreto bis che detta nuove regole. Mentre al largo della Tunisia si consuma una nuova, ennesima tragedia che vede una barca affondare e per la quale si temono 70 morti. E il caso del barcone e del decreto diventa oggetto di scontro politico nel governo. “Il premier apre i porti a tre navi che hanno soccorso migranti al largo della Libia, Matteo Salvini rilancia con la bozza di un decreto sicurezza-bis che trasferisce al Viminale il potere di chiuderli e Luigi Di Maio attacca: ‘Non voglio neanche sentirne parlare, è un altro spot per coprire i fallimenti del Viminale sui rimpatri’. Le ultime 24 ore spostano lo scontro nel governo sull’immigrazione” scrive la Repubblica.
Si potrebbe dire che la notizia in sé è tutta qua, ma tuttavia ha una sua origine: “Giovedì notte, dal vertice europeo di Sibiu, in Romania, Giuseppe Conte comunica di aver convinto Francia, Malta, Lussemburgo e Germania ad accogliere i 36 migranti salvati in acque internazionali dalla nave della Marina Cigala Fulgosi. Un salvataggio che il ministro dell’Interno aveva accolto con tono polemico, minacciando «non do i porti» sia alla Fulgosi che alla nave delle Ong Mare Jonio, con altri 30 migranti a bordo (tra cui una bambina di un anno e due donne incinte). Lo scatto del presidente del Consiglio coglie il leader leghista di sorpresa”. “Negli stessi minuti, le agenzie rilanciano una risposta data dal premier al quotidiano spagnolo El Paìs: ‘Se all’estero richiamano più attenzione le dichiarazioni o l’immagine di Salvini e si crede che nel governo comandi lui, è una vostra illusione ottica’”. È uno scontro al calor bianco secondo il quotidiano diretto da Carlo Verdelli.
L’incipit della cronaca del Corriere la vede così: “A Palazzo Chigi dicono che Matteo Salvini sta cercando solo un modo per rompere, per mettere in difficoltà il resto del governo, visto che la Lega è a sua volta in difficoltà nei sondaggi” così come è anche nella lettura de Il Giornale. “Di sicuro per tutta la giornata Salvini coinvolge continuamente l’esecutivo in nuove proposte” si legge ancora nella cronaca del quotidiano di via Solferino: “Prima scrive una lettera al premier e al ministro degli Esteri per chiedere di collaborare di più nella gestione e nel respingimento dei migranti. (…) Poi pubblica lo schema di un decreto legge in cui si attribuiscono «al ministro dell’Interno la competenza a limitare o vietare il transito e/o la sosta nel mare territoriale», a navi o mercantili, ‘qualora sussistano ragioni di ordine e sicurezza pubblica’”.
Una norma che viene immediatamente bocciata a Palazzo Chigi e che ufficiosamente suscita perplessità anche al Colle, “visto che stravolge la legislazione vigente, e un decreto regio del 1942, in tema di sovranità sulle acque territoriali”. In sostanza il ministro dell’Interno diverrebbe il dominus, con una certa quota di arbitrarietà, chiosa il quotidiano milanese. Che nella lettura che ne dà Il Fatto diventa: “Mentre le persone muoiono in mare e la campagna elettorale per le Europee continua, con Salvini che invoca ancora i ‘porti chiusi’, il premier Conte dopo aver ottenuto lo sbarco dei migranti sulla Mare Jonio (“ci siamo sentiti con Salvini”), evitando un nuovo caso Diciotti” in un’intervista a El Pais tiene il punto” come riporta anche il Corriere. Insomma, per il quotidiano diretto da Marco Travaglio la mossa di Salvini “vuol coprire il fallimento rimpatri”, come sostengo i 5 Stelle.
Il fatto è che, nella lettura che ne dà Il Giornale, “mai come prima, Matteo Salvini si sente sotto assedio. Non ci sono solo i sondaggi in continuo calo, ma anche le inchieste giudiziarie che ne stanno minando la figura di leader legalitario, per non parlare delle polemiche quotidiane (come quella sui presunti porti chiusi o sull’antifascismo) e della guerriglia permanente con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Ormai da settimane, insomma, il leader della Lega è costretto a giocare in difesa su tutti i fronti. Compreso quello interno”.
Che sarebbe poi quello elettorale o del consenso più in generale: così “nella riunione che si è tenuta mercoledì scorso nello studio di Giancarlo Giorgetti al primo piano di Palazzo Chigi – si può leggere ancora – diversi ministri del Carroccio hanno consigliato a Salvini di staccare la spina al governo. ‘La situazione ormai è ingestibile, lasciamo i Cinque stelle al loro destino - è stato l’invito rivolto al leader della Lega - e troviamo un modo per governare o con il centrodestra o comunque con gente normale. Ma facciamolo subito, altrimenti rischiamo di perdere il treno’” si legge nell’editoriale- retroscena a firma di Adalberto Signore, che aggiunge: “Ma la sensazione di accerchiamento è data anche e soprattutto dall’impressione che l’ondata di inchieste non sia affatto finita”. Ecco dunque, come scrive Il Messaggero, “l’ultima prova di forza di Matteo Salvini, in una maggioranza sempre più instabile, ha la forza di un decreto e prevede l’attribuzione al Viminale di poteri che, da sempre, spettano al ministro delle Infrastrutture: quelli sul mare” (…) “per depotenziare il ruolo di Danilo Toninelli, limitato alla sola sicurezza sulla navigazione”.
“Inizia dunque la fase del ‘salvinismo da combattimento’”, osserva la Repubblica nel commento di prima pagina a firma Massimo Giannini. “Per un capo-bastone che ha urgente bisogno di rifarsi un profilo da caudillo. Da qualche giorno sparava a salve, non se l’è sentita di ‘morire per Siri’ e alla fine si è dovuto arrendere al fuoco amico dei pentastellati. Sconfitto sulla linea Maginot eretta a difesa del sottosegretario bancarottiere di sua fiducia. Respinto con perdite dal populista riluttante Tria sulla flat tax. Astioso nei toni, ansioso nei contenuti, frustrato dalla caccia quotidiana di nuove rivincite e vecchie armi di distrazione di massa, dal ritorno della naja obbligatoria al ripristino del grembiule a scuola, dalla castrazione chimica alla chiusura dei negozi di cannabis light. E ora, per la prima volta da un anno a questa parte, bocciato anche dai sondaggi”. Lettura pressoché unanime sui giornali.
E in tema di sicurezza in generale e ordine pubblico, da segnalare sul Corriere della Sera l’intervista al capo della Polizia Franco Gabrielli: “La polizia non è di parte”, il titolo d’apertura.