"Non ha senso dire che bisogna aspettare che ci sia un rinvio a giudizio come dice il vicepremier Matteo Salvini: la questione non è in sè ma il fatto che un sottosegretario avrebbe provato a favorire un singolo con un emendamento". Secondo il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, intervistato a '1/2 h in più' su Rai3, il caso Siri "al di là delle inchieste è la solita storia d'Italia: c'è un personaggio con un santo in paradiso che si va a far fare una legge ad personam".
"Il tema è l'atteggiamento da casta che non sopporto", sostiene Di Maio, che a Salvini dice: "È bello fare il forte con i deboli ma ora è il momento del coraggio, di prendere responsabilità", perché i politici se sbagliamo devono pagare. Il caso verrà affrontato in Consiglio dei ministri mercoledì. Conte, come ha annunciato, chiederà la revoca del mandato del sottosegretario leghista indagato per corruzione.
Si andrà alla conta? "La Lega non si deve assumere la responsabilità di arrivare al voto in Cdm: è una sfida inutile per un paese che ha bisogno di fare altre cose", ha proseguito, "io reputo preoccupante il muro contro muro che vuole fare la Lega su una poltrona", ma - ha aggiunto - "non credo che vorranno arrivare alla rottura con una votazione in Cdm".
"Quanto casino per una poltrona"
Chiederete la crisi? "Assolutamente no - ha risposto - l'obiettivo è che il sottosegretario Siri non agisca per conto del governo, spero che si raggiunga questo obiettivo senza votare in Cdm, non ce n'è bisogno". "Se il tema sono le regole della democrazia vediamo i precedenti - ha sottolineato Di Maio - per molto meno Lupi si dimise da ministro e Renzi fece dimettere il ministro dello Sviluppo economico: se Salvini vuole fare come Renzi..."
"Sono garantista per i politici ma fuori dalle istituzioni" e "dico: quanto casino per una poltrona". Il vicepremier rivolge quindi un "appello" alla Lega a "fare le cose concrete e non le sceneggiate per una poltrona". "Quando ci sarà bisogno di distanziarsi ci distanzieremo" ma quando ci sono da fare "cose concrete" come la legge bilancio e la legge per togliere la sanità ai partiti "le possiamo fare insieme perché c'è nel contratto di governo", ha concluso.