Il format è a meta' tra il talk e il talent show: Nicola Zingaretti siede su un alto sgabello, cartellina in mano, introduce i candidati, poche parole di biografia prima di chiamarne il nome. E loro, capilista e secondi tra le candidature al Parlamento Europeo, hanno cinque minuti per farsi conoscere e convincere a scegliere la lista unitaria del Partito democratico, quella in cui sono confluite persone dai profili più diversi ma - assicura il segretario dem - assolutamente compatibili.
E d'altra parte anche Zingaretti e Calenda, i promotori di questa lista unitaria, sono quanto mai diversi per carattere e storia. Insomma, si è trattato di un "esperimento", per dirla con lo stesso segretario: "Abbiamo deciso di aprire a una lista unitaria. Una grande sperimentazione, con più donne che uomini e di questo sono estremamente contento. Confermo che all'inizio mi sono arrivati tanti messaggi: 'ma che siete matti che mettete Calenda con Pisapia, persone così diverse?'. Ho detto sì, è la coerenza di anteporre ai personalismi le idee e le passioni al servizio di tutti", spiega Zingaretti dal palco, prima di dare la parola ai candidati.
"Io ho una storia e un carattere diverso da Zingaretti", sottolinea Carlo Calenda: "Il mio è molto peggio, ma sto con lui fino alla fine. Non possiamo dire alla mattina che la democrazia è in pericolo e dividerci alla sera su stupidaggini. Loro vincono non perché sono forti ma perché siamo deboli noi. Dobbiamo levarci la sindrome degli sconfitti". 'Loro' sono, naturalmente, gli azionisti di maggioranza del governo, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, per i quali Zingaretti va a cercare nell'enciclopedia Treccani una parola capace da sola di descriverli, e la trova in "opportunismo": "Abbiamo presentato una mozione di sfiducia così vedremo se i litigi sono veri o finti".
Oltretutto, prima ancora di prendere in mano la Treccani, Zingaretti ha preso in mano i giornali e quello che ha letto lo ha allarmato. "Quello che accade a Latina l'ho letto dai giornali stamane. La mafia rom che fa campagna elettorale per Salvini: sarebbe un fatto grave, non so se sia vero, ma sono sicuro che le procure indagheranno". Il riferimento è a quanto accade in provincia di Latina, con la lente della Direzione distrettuale antimafia puntata sui voti ottenuti dalla Lega nel Pontino, sospettata di essersi appoggiata a personaggi del clan Di Silvio.
I distinguo sulla mozione di sfiducia
Sulla mozione contro il governo, tuttavia, interviene anche Calenda che ha delle riserve sul contenuto: perché presentarne una che contiene l'universo mondo e non una specifica sul sottosegretario Armando Siri, chiede l'ex ministro. E Zingaretti rilancia con l'idea di una raccolta firme che parta il giorno dopo la votazione sulla mozione di sfiducia "per mandare a casa questo governo".
Una necessità tanto più impellente, per il segretario, vista la situazione dei conti pubblici: "La tragica novità di questo momento e' che c'e' un 60 per cento di maggioranza che sta bloccando il Paese". A questo il Pd contrappone ciò che Zingaretti chiama "la nostra Europa. Noi chiediamo che finalmente si dica fine alla concorrenza sleale sulla fiscalità a livello europeo per le nostre imprese. C'è una idea di Europa che se diventa Europa delle persone diventa l'unico strumento contro globalizzazione".
L'idea di Europa che mette d'accordo le diversità presenti nelle liste dem: c'è il magistrato anti camorra, Franco Roberti, il medico dei migranti Pietro Bartolo, c'e' l'ex sindaco di sinistra Giuliano Pisapia e l'ex ministro liberal Carlo Calenda, europarlamentari che inseguono il secondo mandato e neofiti.
Le voci del 'listone'
"Qui mi sento a casa. Ho sempre creduto nella necessità etica e morale oltre che politica di mettere insieme le nostre forze. Se lo abbiamo fatto e' merito di Nicola Zingaretti", sottolinea Giuliano Pisapia invitando il Pd a aprire "le finestre, alzare ponti e guardare oltre il proprio orto, allargando il campo a livello sociale. Dobbiamo dire la verità: l'Europa ha fatto passi avanti ma anche passi indietro, ma senza l'Europa, l'Italia non va da nessuna parte".
Caterina Chinnici, capolista nelle Isole, si commuove, da figlia, ricordando suo padre Rocco, ucciso dalla mafia. Poi, da madre, guarda al futuro e sottolinea che servono "più finanziamenti per l'Erasmus e per i nostri ragazzi. Sono una mamma e vedere andare via le nostre intelligenze è un impoverimento ulteriore per il nostro territorio. Abbiamo ottenuto risultati eccellenti contro la criminalità organizzata. Ancora molto c'è da fare. Il motto dell'Unione Europea è uniti nelle diversità, questa è anche la nostra forza".
Lotta alle mafie è la chiave per arrivare a un vero sviluppo, per Franco Roberti, il magistrato che ha detto 'sì' a Zingaretti: "Fino a quando me la sento, credo di avere il dovere, non solo il diritto, di dare il mio contributo al nostro sogno: l'Europa unita che è stato il sogno di Altiero Spinelli ed è il sogno a cui continuiamo a credere nonostante tutto", ha spiegato: "Non ci sarà sviluppo vero fino a quando non avremmo sconfitto le mafie. Questo deve essere un obiettivo vero e non solo un auspicio durante i convegni. Le mafie non sono una maledizione del Padreterno ma possono essere contrastate con una organizzazione efficace ed efficiente. La forza delle mafie e' anche nella diseguaglianze sociale".
Disuguaglianze contro le quali lotta da una vita Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, che rifiuta di utilizzare il termine 'migranti' per indicare "persone come noi, che fuggono da fame, guerra e miseria e con le quali tutti noi abbiamo un debito, avendogli tolto terre e risorse, avendoli invasi nel periodo delle colonie. Ho cercato di fare il mio lavoro con dignità e umanità cercando di fare onore all'Italia. Qualcuno lo ha riconosciuto, dicendo che l'Italia ha fatto onore all'umanità. Sono stato orgoglioso di questo. Non è una Italia che respinge, la nostra, ma che considera tutti persone. Oggi mi vergogno e dovrebbe vergognarsi anche l'Europa per come sono trattate persone che chiedono solo aiuto perché costretti dalle guerre a lasciare le loro case".
Ultima sul palco del Tempio di Adriano è la 'veterana' dell'Europarlamento, Simona Bonafè, che si concentra sul punto fondamentale: vincere per tradurre tante idee diverse in qualche fatto. "Abbiamo davanti trenta giorni. Elezioni fondamentali per il futuro del nostro Paese. Elezioni spartiacque tra chi vuole cambiare l'Europa difendendone l'idea e chi vuole uscire dall'Europa". Vincere, dunque: Zingaretti sa che per farlo occorre fermare chi "l'Europa non la vuole cambiare, ma distruggere" e per questo "in occasione del 9 maggio, giornata dell'Europa, promuoveremo quattro notti bianche per l'Europa, con incontri, dibattiti, concerti, stand eno-gastronomici, iniziative in cinema e teatri, perché arrivi il nostro messaggio plurale, con la differenza tra chi ama l'Italia e chi la vuole sfruttare per i propri interessi".