Celebrazioni separate per la Festa della Liberazione a Roma. Da una parte l'Anpi che ha sfilato da largo Bompiani, alla Garbatella, fino a Porta San Paolo. Dall'altra la comunità ebraica che, alla presenza di una delegazione del governo (il vicepremier Luigi Di Maio, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il ministro della Salute Giulia Grillo) e del presidente del World Jewish Congress, Ronald Lauder, ha ricordato i caduti della Brigata Ebraica prima alla Sinagoga Beth e poi al cimitero del Commonwealth a Testaccio. Ad accogliere i ministri la presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, il Rabbino Capo Riccardo Di Segni e il presidente dell'Ucei Noemi Di Segni.
Poco distante, su via Ostiense, in mezzo alle tante bandiere rosse del corteo dell'Anpi, sventolavano gli stendardi della Palestina. E lo scorso 25 aprile, a Milano, proprio i manifestanti filopalestinesi avevano contestato i rappresentanti della Brigata Ebraica al grido di "assassini", "fascisti" e "uscite dal corteo", episodi che si sono ripetuti anche oggi nel capoluogo lombardo. La mediazione del Pd e dei sindacati non sembra riuscita nemmeno quest'anno a rendere unitario il ricordo della Liberazione, per la quale combatterono oltre duemila partigiani ebrei. Al corteo dell'Anpi le bandiere con la stella di David continuano, però, a non essere benvenute, pur in un giorno in cui si festeggia la fine di un regime che ebbe proprio nella persecuzione degli ebrei la sua pagina più vergognosa.
"Siamo italiani, abbiamo il diritto di festeggiare"
"Ci abbiamo provato, ringrazio il Pd, i sindacati, a marciare insieme per 25 aprile ma non è stato possibile. Non ci rinunciamo e continuiamo a ricordarlo anche a chi non ci vorrebbe", ha detto Dureghello, tornando sulle polemiche degli ultimi anni che hanno portato a celebrazioni distinte rispetto a quelle dell'Anpi.
"Il 25 aprile è una festa. Festeggiamo la libertà, l'Italia della Costituzione, di quei valori che con il sacrificio di uomini e donne, ebrei e non ebrei, è stato costruito", ha sottolineato Dureghello "è un sacrificio che ci permette ancora oggi di essere liberi e di riconoscerci in questo bellissimo paese e che non permetteremo venga offeso da polemiche e strumentalizzazioni di destra e di sinistra. Quello che è stato va ricordato e non può assolutamente essere usato da nessuno".
"Il 25 aprile è una festa che ha un valore e un senso, trova la sua forza nella lotta di uomini e donne che sono morti per il nostro Paese. Come allora, anche oggi combattiamo per quei valori, come quegli uomini scesi nelle strade di Roma, di fronte a chi quella la memoria la vorrebbe annacquare e inquinare. Ci furono oltre 2 mila partigiani ebrei che combatterono per la Liberazione, tra loro la Brigata Ebraica, che ha fronteggiato il nemico nelle strade, riaperto sinagoghe e distribuirono cibo", ha detto ancora la presidente della Comunità Ebraica di Roma.
"È questa la memoria che dobbiamo salvaguardare e tutelare - ha aggiunto - dalle divisioni e dalle strumentalizzazioni. Oggi più che mai abbiamo il diritto di festeggiare, perché siamo italiani, gli ebrei di Roma l'hanno fatta questa Italia e continueranno a farla. Non abbiamo paura di chi odia, degli antisemiti, dei razzisti, degli odiatori seriali. Lo dobbiamo a chi ha liberato l'Europa facendola diventare quella che è oggi, lo dobbiamo allo sforzo dei nostri padri e al futuro dei nostri figli".
"L'Anpi non rappresenta più i veri partigiani"
Le contestazioni nei confronti dei rappresentanti della comunità ebraica, che il 25 aprile onora anche la memoria dei deportati nei lager nazisti, avevano spinto pure il Pd, già nel 2016, a sfilarsi dal corteo dell'Anpi. Lo strappo definitivo si era però consumato nel 2017, quando Dureghello aveva dichiarato che l'Anpi "non rappresenta più i veri partigiani".
"Non si può cancellare la storia e far sfilare gli eredi del Gran Mufti di Gerusalemme, che si alleò con Hitler, con le proprie bandiere. Per non parlare delle ripetute aggressioni, avvenute negli anni passati, ai danni dei rappresentanti della Brigata Ebraica", aveva dichiarato allora Dureghello, "l’Anpi che paragona la Comunità Ebraica di Roma a una comunità straniera è fuori dalla storia e non rappresenta più i veri partigiani. Oggi c’è bisogno di celebrare la giornata del 25 Aprile senza faziosità e senza ambiguità".