I social network hanno abbattuto tantissime barriere e consentono interazioni che fino a non molti anni fa sarebbero state impensabili. Ma uno scontro su Twitter tra l'attore americano Jim Carrey e l'europarlamentare Alessandra Mussolini è comunque abbastanza incongruo da riuscire a colpire.
Carrey non è tipo da far mistero delle sue opinioni politiche. Ha attaccato più volte in maniera dura Donald Trump, paragonandolo a un "cane rabbioso" o addirittura a un "principe rettiliano". E al presidente americano ha dedicato anche un ciclo di vignette, esposte in una mostra, che lo ritraggono nelle fogge più disparate. Ed è proprio un disegno a firma di Carrey ad aver scatenato la rabbia della nipote del dittatore.
L'attore ha pubblicato su Twitter una vignetta che raffigura il Duce e Claretta Petacci appesi a Piazzale Loreto, corredata dal commento: "Se vi state domandando a cosa porti il fascismo, basta chiederlo a Benito Mussolini e alla sua amante Claretta". La risposta di Alessandra è netta: "Sei un bastardo".
Nella conversazione si inserisce subito dopo tale Evan O' Connell, che grazie a Google scopriamo essere un dirigente del reparto comunicazione di Ernst & Young: "Penso tu stia confondendo Jim Carrey con quell'assassino di tuo nonno". "O forse con qualcuno della tua famiglia", replica la Mussolini.
"Mio nonno ha combattuto per liberare l'Europa da gente come tuo nonno", ribatte O' Connell. Sempre tranchant la Mussolini: "Vuoi un applauso?"
Ovviamente gli utenti italiani si accorgono presto della controversia e vi si gettano con foga. C'è chi applaude Carrey e fa professione di antifascismo e c'è chi rinfaccia agli americani le atomiche sul Giappone o il genocidio degli indiani. Un filone nel quale si inserisce la stessa Mussolini.
Numerosi anche i commenti ironici, da chi irride l'inglese non proprio perfetto dell'eurodeputata a chi prevede l'imminente lavorazione del film "Ace Ventura - Missione Piazzale Loreto". E non manca ovviamente chi invita la sinistra a "ripartire da Jim Carrey". La disintermediazione sarà pure un fenomeno consolidato e irreversibile ma, davvero, non ci si abitua mai.