Sulla Tav si va verso il rinvio dei bandi di gara per sei mesi. E' quanto affermano fonti qualificate del Governo e quanto scrive la viceministro all'Economia Laura Castelli su Facebook.
Dopo la tensione dei giorni scorsi, oggi Matteo Salvini e Luigi Di Maio usano toni più concilianti. "Rimango convinto che si debba fare per collegarci al resto dell'Europa. Però non è né questo né altro che mette in discussione un governo che in nove mesi ha fatto tanto", dice il leader della Lega che ricorda: "Nel contratto c'è la revisione dell'opera, che arriva da lontano, si può rivedere, si può risparmiare, si può modificare".
L'ottimismo di Di Maio
Il capo politico del Movimento annuncia invece che "la situazione si sta risolvendo positivamente, quindi ora parliamo di altro e andiamo avanti". Il ministro del Lavoro invita anche alla responsabilità e a non usare più frasi come 'teste dure' o 'vediamo chi va fino in fondo' che sono, sostiene, "folklore che non fa bene all'Italia".
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Indiscrezioni di stampa, subito precisate da fonti di Palazzo Chigi, avevano posto interrogativi sulla via che l'Esecutivo intende seguire in vista della riunione di lunedì 11 marzo del Cda della Telt, la società partecipata al 50% senza intermediari dal governo francese, che ieri si è espresso per la prima volta senza mezzi termini per la pubblicazione dei bandi, e sempre al 50% da Ferrovie dello Stato. Fonti della società hanno confermato l'arrivo di una lettera da Palazzo Chigi senza però svelarne il contenuto, la società spiega che è in corso un'interlocuzione e che l'obiettivo "come sempre è quello di rispettare le indicazioni dei governi".
Come va avanti la questione dei bandi
Dall'Esecutivo è stato subito chiarito che sui bandi, in ogni caso, non si dovrebbe procedere immediatamente. Nel dibattito è intervenuto anche il sottosegretario a 5 Stelle, Stefano Buffagni, che aveva accusato la Lega di aver già aperto una 'crepa' nella maggioranza. "Felice che Salvini abbia cambiato idea, la crisi era stata minacciata da lui. Ci rincuora sapere che abbia a cuore il destino del governo come noi".
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Dall'opposizione Annamaria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, denuncia un compromesso 'salva-poltrone': "La lettera inviata da Palazzo Chigi alla Telt per la maggioranza è l'uovo di Colombo, per il Paese è un'altra polpetta avvelenata, una pesantissima cambiale sul futuro". Dal Partito democratico, Graziano Delrio chiede infine al premier Conte di rendere "immediatamente" pubblico il testo della lettera: "Basta giochini e rinvii - sostiene - non si fanno bandi dicendo a chi deve partecipare che tanto non si andrà avanti. Così si dissolve la credibilità dell'Italia".