Nessuna firma dell'Italia sul Global compact migration, né tantomeno risorse. Grazie all'astensione di M5s e Lega passa alla Camera, con soli 112 voti, una parte della mozione targata Fratelli d'Italia sul contrasto all'immigrazione clandestina e la mafia nigeriana, in cui è scritto nero su bianco che si impegna il governo "a non sottoscrivere il Global Compact for safe, orderly and regular migration e a non contribuire in alcun modo al finanziamento del relativo trust fund".
Insomma, con l'astensione la maggioranza di fatto lascia decidere una forza di minoranza. Insorge il centrosinistra, mentre Forza Italia vota a favore. Il tema dei migranti torna a mettere in difficoltà la maggioranza giallo-verde, che già in mattinata chiede tempo in Aula e incassa un rinvio. Nel frattempo, gli alleati di governo lavorano a una mozione 'soft', che metta d'accordo le varie anime della maggioranza.
Per la verità, la Lega sarebbe anche pronta a sostenere il testo di FdI, e lo dice chiaramente in Aula Gianni Tonelli, esprimendo perplessità solo sul punto relativo al blocco navale ("lo abbiamo di fatto già realizzato", rivendica il leghista), ma i pentastellati premono e incassano un testo in cui non viene definitiva alcuna misura tranchant, se non il più volte richiesto superamento del regolamento di Dublino.
Ma al momento del voto per parti separate della mozione di Fratelli d'Italia, la maggioranza si divide, con la Lega che sceglie l'astensione, mentre i 5 stelle votano in alcuni punti contro per poi riallinearsi agli alleati sul Global compact. In tre, tra i 5 stelle, però, si dissociano e bocciano il 'no' contenuto nella mozione: Giuseppe Brescia, Valentina Corneli e Doriana Sarli, deputati vicini alle posizioni del presidente della Camera Roberto Fico, votano infatti contro. Ma sono anche evidenti le assenze tra i banchi dei pentastellati e c'è chi abbandona l'emiciclo in forte dissenso.
Esulta Giorgia Meloni, mentre Pd e Leu attaccano maggioranza e governo: "E' grave che non sia la maggioranza a decidere su una questione così rilevante per la politica estera del Paese come la sottoscrizione del Global Compact", tuona Erasmo Palazzotto di Leu, "a questo punto riteniamo necessario che il Governo venga a riferire in Aula su quale posizione intende assumere in sede Onu". "Debacle grillina. Governo in tilt", commenta Enrico Borghi del Pd. E il capogruppo dem Graziano Delrio osserva: "Un governo che delega la propria politica estera facendo stabilire a Fratelli d'Italia e Forza Italia la strategia sul Global Compact mentre la maggioranza scappa dalle decisioni è l'ennesima prova di una situazione di sbandamento che non può non allarmare chi ha a cuore il presente ed il futuro del Paese".
Non è la prima volta che il tema dei migranti e, in particolare, l'adesione dell'Italia al Global Compact causa divisioni e strappi nella maggioranza e nel governo. Lo scorso novembre fu il premier Giuseppe Conte a dover intervenire per riportare l'equilibrio tra i due alleati di governo, assumendo una posizione 'neutra' di mediazione. E l'Italia non partecipò al vertice di Marrakech. Non è del resto un mistero che all'interno del Movimento esistano diverse sensibilità, a cominciare dal presidente Fico. Posizioni che oggi sono state rese plastiche in occasione del voto sulle mozioni.