Matteo Salvini agì per un "preminente interesse nazionale": respinta la richiesta di autorizzazione a procedere del Tribunale dei ministri di Catania per i fatti del caso Diciotti. E' il verdetto della Giunta per le immunità del Senato che dopo quattro sedute ha accolto (tra le grida di disapprovazione del Partito democratico) la proposta del presidente e relatore Maurizio Gasparri.
Sedici componenti l'organismo di Palazzo Madama hanno votato a favore, sei contro. La parola passa ora all'Aula di Palazzo Madama che dovrà pronunciarsi a maggioranza assoluta entro il 25 marzo. A sostegno del ministro hanno votato i quattro senatori della Lega, i quattro di Forza Italia (compreso Maurizio Gasparri), Alberto Balboni di Fratelli d'Italia, Mainhard Durnwalder delle Autonomie e - compatti dopo il via libera degli attivisti - i sei rappresentanti del Movimento 5 stelle (la settima, Grazia D'Angelo, non ha partecipato ai lavori perché la notte scorsa ha dato alla luce una bambina, Giulia).
Chi ha votato per il processo
Contro la proposta Gasparri si sono invece espressi i quattro senatori del Partito democratico insieme a Pietro Grasso (Leu) e a Gregorio De Falco, ex M5s approdato al gruppo Misto dopo l'espulsione.
L'esito del voto è stato accompagnato dalla protesta dem. Un gruppetto di senatori del partito di opposizione ha mostrato cartelli con scritto 'Vergogna', 'La democrazia del web' e ancora 'Decide Casaleggio'. La tensione è salita nel cortile del complesso di Sant'Ivo alla Sapienza quando il senatore 5S Michele Giarrusso è uscito dall'auletta della Giunta e si è rivolto ai contestatori mimando il gesto delle manette. "Sono quelli che hanno i parenti arrestati", ha poi detto l'esponente pentastellato ai cronisti.
Un inedito che può fare giurisprudenza
Al di là delle polemiche, Maurizio Gasparri si è detto soddisfatto del lavoro svolto. Il caso Salvini, ha spiegato, è un "inedito" per la Giunta "stiamo creando un precedente, facciamo giurisprudenza. Abbiamo avuto un dibattito ricco di spunti e nelle prossime ore presenterò una relazione al presidente Casellati" che con i presidenti dei gruppi deciderà i tempi della discussione in Aula. Soddisfatto anche Giarrusso: "Abbiamo difeso l'azione del governo e la sua possibilità di operare nell'interesse dei cittadini".
Commentando il voto dalla base del Movimento il senatore ha assicurato che "la piattaforma Rousseau è seria e controllata. Non abbiamo nulla da eccepire". Duro invece il giudizio di Pietro Grasso, ex presidente del Senato, che in Aula presenterà una relazione di minoranza: "La Giunta ha stabilito un precedente pericoloso: il bene della libertà personale deve essere preminente rispetto a qualsiasi atto. Se si giustifica un atto politico senza valutare i mezzi con cui si realizza, significa dire che un governo può costringere la libertà personale dei cittadini per un fine assolutamente politico", ha spiegato.
Maurizio Martina ha commentato infine su Twitter il responso attaccando il partito di Di Maio: "Forti coi deboli e servi dei forti. I vertici 5 stelle tradiscono i loro elettori e si consegnano a Salvini".