Il Governo blinda Matteo Salvini di fronte alla Giunta per le Elezioni e le Immunità del Senato chiamata a decidere se dare, o meno, il via libera alla richiesta della magistratura di processarlo per sequestro di persona. Lo fa con due documenti: a firma del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il primo; scritto di pugno dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, il secondo.
E anche fra i commissari del Movimento 5 Stelle, alla lettura delle carte, si sta sempre più concretizzando, si apprende a palazzo Madama, l'ipotesi di esprimere un voto contrario all'istanza dei giudici. "Appare strano che si voglia impedire a un ministro di difendersi nelle sedi opportune", ha sottolineato oggi il senatore Mario Giarrusso, capogruppo M5s in Giunta.
Lo ha detto parlando del primo scoglio che l'organismo presieduto da Maurizio Gasparri, ha dovuto affrontare: l'ammissibilità o meno delle carte di Conte e dei ministri. Nodo sciolto in poche ore dallo stesso presidente della Giunta che ha ammesso agli atti i due allegati. Salvini e il Governo, nelle memorie, spiegano che la decisione sulla nave dei migranti è stata politica e collegiale per un interesse pubblico nazionale che il leader del Carroccio definisce "cristallino".
La posizione di Di Maio e Toninelli
"Le azioni poste in essere dal ministro dell'Interno si pongono in attuazione di un indirizzo politico istituzionale che il Governo da me presieduto ha sempre coerentemente condiviso fin dal suo insediamento. Di questo indirizzo, così come della politica generale del governo, non posso non ritenermi responsabile", scrive Conte. "I sottoscritti dichiarano che decisioni assunte" sono state "frutto di una condivisione politica quanto alla gestione delle operazioni di salvataggio dei migranti a bordo dell'unità navale 'U.Diciotti', mettono nero su bianco i ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, dichiarando che le azioni di Salvini sono imputabili anche a loro.
Matteo Salvini, da parte sua, ricostruisce l'intera vicenda dei 177 migranti a bordo della nave e spiega che "la gestione, il monitoraggio ed il controllo dei flussi migratori appaiono avere connotati essenziali per l'interesse pubblico nazionale, sussistendo chiari profili attinenti all'ordine e alla sicurezza pubblica". Quindi, punta il dito contro l'impostazione del capo d'accusa: "calpesta le più elementari regole del diritto internazionale e della nostra Costituzione, invadendo poi una sfera di esclusiva prerogativa dell'autorità di Governo", scrive.
Intanto, l'ex presidente del Senato, ed ex magistrato, Pietro Grasso (Leu) insiste: ora che Conte, Di Maio e Toninelli si sono chiamati in causa "è preciso dovere" del Parlamento trasmettere le carte al tribunale dei ministri perchè possa valutare non solo la posizione del leader della Lega, ma tutta la situazione nel suo complesso. Una richiesta che ribadirà in Giunta.
Si vota il prossimo 20 febbraio
Al voto si arriverà presumibilmente il prossimo 20 febbraio, si è appreso al termine della riunione di oggi. Il timing dei lavori lo ha spiegato Gasparri: tre sedute la prossima settimana, mercoledì mattina e pomeriggio, poi di nuovo giovedì, per un dibattito di nove ore complessive. La relazione con cui lui stesso prospetterà ai commissari una possibile soluzione potrebbe arrivare già mercoledì mattina.
Poi la messa ai voti del parere per l'esame d'Aula in un'altra riunione ancora da convocare. L'opposizione, con il Pd, dà l'esito per scontato: è stata fatta "l'ennesima forzatura", i documenti presentati servono come "alibi e per pulirsi la coscienza a M5s" e svelano la posizione che il Movimento assumerà: "diranno no all'autorizzazione", è la previsione che fa Francesco Bonifazi.