Ieri erano solo indiscrezioni di stampa a riferirlo, oggi - sebbene manchi ancora l'ufficialità - è il vicepremier Luigi Di Maio, all'Aquila per un appuntamento elettorale, a dirlo a chiare lettere: l'analisi costi benefici sulla Tav, al quale il Ministro Danilo Toninelli ha appeso il destino dell'opera, ha dato esito negativo. Ovvero, secondo i tecnici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, realizzare la Torino-Lione costerebbe più che rinunciarvi. Un'esternazione che è destinata a far salire ancora più la tensione nella maggioranza su quello che è, al momento, la maggiore fonte di discordia tra Lega e Movimento 5 stelle. Certo, bisognerà attendere di vedere i numeri perché il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che di recente ha visitato i cantieri dell'infrastruttura, possa ribattere punto per punto. Già, perché il Carroccio ha per le mani un altro studio che giunge a conclusioni opposte.
"In questo momento abbiamo sottoposto a un’analisi costi-benefici un mare di opere ma non per questo stiamo dicendo che cambiamo idea perché noi siamo convinti", ha detto ai cronisti il ministro del Lavoro, "infatti dal Mit sta trapelando qualcosa, che l’analisi costi-benefici è negativa e non perché noi ci siamo opposti a quella alla Tav in questi anni perché eravamo ideologicamente contro, ma semplicemente perché in questo Paese sappiamo che sono stati spesi dei soldi per fare delle opere e a volte si sono fatte opere per solo spendere soldi".
"Niente scambio con il caso Diciotti"
"Il Movimento Cinque Stelle è per le opere, grandi, medie e piccole e soprattutto per spingere nella direzione di accelerare i tempi di percorrenza in Italia su arterie come ad esempio la Roma-Pescara, nella quale ci vogliono sei ore di treno", aggiunge il vicepremier. C'è un possibile scambio politico fra Tav e l'autorizzazione a procedere sul caso Diciotti? "Non siamo assolutamente abituati a ragionare così, chi ha messo in mezzo questa cosa evidentemente ragiona sempre con la logica dello scambio", risponde Di Maio, il quale ha continuato ad elencare altre opere "che i cittadini ci chiedono di fare. C'è bisogno di velocizzare il tratto "tra Asti e Cuneo, rafforzando l'arteria autostradale, Matera, capitale europea della Cultura 2019 non ha un treno che permette ai turisti di poter andare da Roma a Matera, la Palermo-Catania ma anche importanti infrastrutture in provincia di Verona, di Mantova".
Leggi il nostro dossier: Tav, la verità dei fatti
Di stop definitivo alla Torino-Lione in cambio del voto contrario in Giunta del M5s all'autorizzazione a procedere sul caso Diciotti non vuole sentir parlare nemmeno Salvini: "Non siamo al mercato dove 'io ti do questo e tu mi dai quest'altro', è roba di vecchi governi", taglia corto il vicepremier, intercettato dai cronisti non appena arrivato al mercato di Campli, nel Teramano. E, salito sul palco alla ricerca di voti per il candidato leghista alla Regione Abruzzo, ribadisce la sua idea su quanto andrebbe fatto. "Mica serve una laurea per capire che è meglio completare un buco di 25 chilometri nella montagna piuttosto che richiuderlo".
"Non conviene insistere su certi temi..."
Parole che fanno impennare il livello di allarme nel governo. Tanto che Di Maio, a pochi chilometri dal ministro dell'Interno, si fa minaccioso: "Per quello che mi riguarda, non conviene insistere su temi sui quali non siamo d'accordo. Altrimenti mi devo convincere che si continua a spingere su temi su cui non siamo d'accordo per creare tensioni nel governo. Io non lo consiglio". E, poi, perché il messaggio arrivi forte e chiaro all'interlocutore: "Alla fine la Tav non si farà. Il tema non è il ridimensionamento dell'opera, se parliamo di ridimensionamento parliamo di una supercazzola".
I due dossier, Tav e Diciotti, sembrano però sempre più collegati e la tempistica potrebbe giocare a favore dei Cinque Stelle. Di Maio, soffermandosi sulla richiesta di autorizzazione a procedere da parte del Tribunale dei Ministri di Catania fa presente che "noi nella nostra storia non abbiamo mai votato per utilizzare le immunità parlamentari" ma il caso Diciotti "è un po' diverso". Ma poi sottolinea anche: "So bene che il voto arriverà non questa settimana, ma fra qualche settimana...".
E, quindi, dopo i risultati dell'analisi sulla Tav, previsti a breve. Lo spettro dello scambio Tav-Diciotti comincia a materializzarsi anche agli occhi delle opposizioni. "Uno squallido baratto, una proposta scellerata. Salvini dovrebbe rinunciare alla Tav in cambio del no grillino all'autorizzazione a procedere sulla vicenda Diciotti?", domanda Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato. E dalla convenzione nazionale del Pd, Maurizio Martina lancia la proposta di una "mozione di sfiducia per il ministro dell'Interno: è arrivato il momento".