"Sia l'Abruzzo che l'Italia hanno bisogno di più opere. I soldi vanno spesi per completare le opere iniziate, non per tornare indietro. Se qualcuno ha scavato 25 chilometri di galleria dentro una montagna, è più utile finirla quella galleria o richiuderla? Non serve uno scienziato". Lo ha detto Matteo Salvini durante un comizio a Campli, in provincia di Teramo, parlando del progetto Tav.
Stessi concetti ribaditi in un'intervista rilasciata oggi al Mattino: "Nessuno stop" sulla Tav, anzi "un grande Piano Marshall sulle opere pubbliche. L'intesa (con il M5s, ndr) si trova sempre" e come "è stato in questi otto mesi, sarà anche stavolta".
Per Salvini, non solo si deve andare avanti sulla Tav, ma "in un momento di rallentamento generale dell'economia, dalla Cina alla Germania", si deve "rilanciare su tutto con un grande Piano Marshall sulle opere pubbliche, sulla manutenzione degli ospedali e delle scuole - per cui il Miur ha trovato sette miliardi per interventi ordinari e straordinari - e sulla liberazione dai vincoli paralizzanti della burocrazia".
Durante lo stesso comizio il vicepremier ha parlato anche di Venezuela: "Stiamo lavorando perché in Venezuela tornino lavoro e democrazia, anche in quella terra, perché i regimi comunisti devono essere cancellati dalla faccia della Terra".