Matteo Salvini va a Chiomonte in visita al cantiere dell'Alta velocità Torino-Lione e agita le acque, già mosse, della maggioranza M5s-Lega. Gilet arancione, stivali e caschetto di protezione, indossati per motivi di sicurezza, il vice premier leghista ribadisce che la linea della Lega è da sempre a favore della realizzazione della "incredibile ed eccezionale opera pubblica di cui l'Italia dovrebbe avere vanto in giro per il mondo". "Prima si fa, meglio è", insiste il ministro dell'Interno, secondo il quale "ci sono in ballo 50 mila posti di lavoro, tra diretti e indiretti".
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Salvini fa leva anche un su tema, caro agli alleati di governo M5s, ovvero quello ambientale: la Tav serva anche per "togliere un milione di Tir sulle strade italiane" e diminuire, quindi, le emissioni inquinanti. La visita al cantiere, contornato dalla neve, non dura più di un'ora e mezza. Lasso di tempo durante il quale fioccano le dichiarazioni dei Cinquestelle, notoriamente contrari. Da Roma, il capo politico dei pentastellati Luigi Maio subito puntualizza: "Io non vado a Chiomonte perché ancora non è stato scavato un solo centimetro, c'è solo un tunnel geognostico. Per me il cantiere di Chiomonte non è un'incompiuta ma una mai iniziata".
Seguono le dichiarazioni di numerosi esponenti 5 stelle, tra cui il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, che chiede di fermare le "chiacchiere inutili su un'opera inutile, perché tanto non si farà". Mentre la sottosegretaria all'Economia Laura Castelli si rivolge a Salvini auspicando che la Tav non sia "strumentalizzata per fare campagna elettorale".
"È una tratta morta", tagliano corto, in una nota, i deputati M5s in commmissione Ambiente alla Camera. Ma Salvini ostenta tranquillità e respinge al mittente le critiche di chi lo accusa di voler provocare strappi coi 5 stelle. "Sono qui non in polemica ma per costruire. Siamo un governo che fa squadra", sostiene e aggiunge: "Il rapporto con i Cinque Stelle è positivo e costruttivo: abbiamo fatto tante cose in otto mesi e altre ne vogliamo fare. L'opera può essere rivista ma va fatta", insiste.
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Chi legge uno scontro in atto, è l'opposizione. "È in corso nel governo uno scontro surreale e indecente sulla Tav mentre Salvini visita il cantiere di Chiomonte. Di Maio prima e il sottosegretario Di Stefano dopo danno del bugiardo al ministro dell'Interno perché il cosiddetto buco non ci sarebbe. Ossia perché i lavori della Tav non sarebbero stati avviati. Si può fare propaganda ma negare l'evidenza è diabolico. Salvini sta provando sulla sua pelle l'affidabilità dei suoi contraenti di governo", attacca la capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini.
"Ora Salvini si mette a pontificare sulla Tav. Basta parole al vento", lamenta Maurizio Martina, candidato alla segreteria del Pd. "Come vicepremier la prima cosa che deve fare è dare corso ai bandi per andare avanti coi cantieri. Poi se il governo volesse modificare qualcosa sul serio deve dire bene dove e come, senza far saltare o pregiudicare il progetto fondamentale. Ma passerelle come quelle di oggi non servono a niente".
"Mentre si moltiplicano ancora le polemiche tra Lega Nord e 5 Stelle sulla prosecuzione della Tav, ribadiamo la necessità di un'infrastruttura strategica come la Torino-Lione. Dirimente perforare la corona alpina per raggiungere la parte ricca e intermodale dell'Europa. Un passaggio fondamentale, perché se non mettiamo in contatto i prodotti italiani con la dorsale Lisbona-Kiev si sommerà un altro handicap per le aziende italiane, già provate da tasse e crisi", chiede Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d'Italia.
Intanto, i deputati di Forza Italia in commissione Trasporti alla Camera hanno chiesto al presidente della commissione Alessandro Morelli di poter audire quanto prima il professor Marco Ponti, a guida del pool di esperti esterni nominati dal ministro Danilo Toninelli per redigere l'analisi costi-benefici relativa al Terzo valico.