"Non c'è nessun pericolo per il governo. Passo le mie giornate lavorando, non elucubrando sui forse". Matteo Salvini, parlando con i giornalisti, si dice sicuro che il caso Diciotti non metta a rischio l'esecutivo. Oggi si è riunita la Giunta per le elezioni e le immunità che dovrà decidere se dare il via libera alla richiesta di autorizzazione del Tribunale dei ministri di Catania per procedere in giudizio nei confronti del vicepremier, che verrà sentito in settimana.
Comunque vada, per l'alleato è un problema
Salvini aveva inizialmente chiesto di farsi processare, per poi fare marcia indietro. Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno già fatto sapere che negheranno l'autorizzazione, laddove i partiti del centrosinistra voteranno invece sì, Sia in Giunta che in Parlamento l'ago della bilancia sarà quindi l'alleato di governo della Lega, il Movimento 5 stelle, che su questo fronte si è ritrovato lacerato. Da una parte, c'è il timore di perdere altri voti a sinistra, sposando la linea dura sull'immigrazione del Carroccio, e tradire la propria vocazione di partito vicino alla magistratura. Dall'altra c'è la consapevolezza che far passare l'autorizzazione a procedere farebbe di Salvini un martire e porterebbe a una spaccatura nel governo tale da porre il rischio di elezioni anticipate. E, stando ai sondaggi, la Lega avrebbe chance molto elevate di conquistare una maggioranza da sola, sostenuta dagli altri partiti di centrodestra.
Conte prova a unire ma Sibilia rompe
Per evitare che il governo si sfasci, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, tornato da Nicosia con la disponibilità di altri 5 Paesi Ue ad accogliere parte dei migranti a bordo della Sea Watch, si è assunto "la piena responsabilità politica" della vicenda Diciotti. In tarda mattinata arriva però la bomba, scagliata ai microfoni di Radio Capital dal sottosegretario grillino agli Interni, Carlo Sibilia.
"Va fatta una riflessione tecnica all'interno della Giunta, ma se il caso andrà in aula, noi voteremo assolutamente sì", ha affermato, "il M5S non ha mai negato il processo a un politico". E sul voto il Movimento sarà compatto: "Su queste questioni non c'è liberta' di coscienza, ci sarà una decisione unitaria". Senza, però, passare per la rete: "Vedo improbabile un referendum online".
Sulla gestione della Diciotti, ricorda Sibilia, "ci fu un'azione corale del governo". Governo che, comunque vada la votazione, non è a rischio: "Non credo che verrà messa in discussione la tenuta dell'esecutivo", conferma il sottosegretario, "E penso che sia la stessa posizione dei leghisti". Sibilia, però, dice di vedere "cose strane a livello di giustizia": "Le procure di Catania e Palermo hanno archiviato il caso, così come il Tribunale dei ministri di Catania. Ci sono delle situazioni che lasciano dei dubbi", spiega, "Non mi permetterei mai di dire che è una manovra politica della magistratura, ma vedendola con gli occhi del cittadino mi sembra complicato capire, visto che due procure e un tribunale dei ministri hanno già archiviato".
Fedriga: "Se il M5s vota sì, si ridiscute tutto"
Massimiliano Fedriga, presidente della regione Friuli Venezia Giulia, intervistato a Radio anch'io, alla domanda "se il M5s vota sì c'è il rischio che cada il governo?" risponde: "Dal mio punto di vista c'è da rimettere in discussione tutto". "Bisogna capire se il Parlamento condivide le politiche del Governo, non solo di Salvini ma di tutto il Governo. Se cosi' non fosse, è chiaro che bisognerebbe fare una seria riflessione. Non si sta parlando di un processo a Salvini perché ha messo l'auto in divieto di sosta".
p>Secondo le toghe etnee, di avviso diverso rispetto alla Procura di Catania che aveva chiesto l'archiviazione, la decisione del ministro dell'Interno di negare per cinque giorni lo sbarco dei 137 migranti a bordo della nave della Guardia Costiera (poi scesi dall'imbarcazione lo scorso 26 agosto) non è sindacabile come mero "atto politico". Anzi, per i giudici, la scelta di Salvini ha "avuto una diretta e immediata refluenza sulla sfera giuridica soggettiva e individuale dei migranti, lesi nel diritto inviolabile della libertà personale" e il vicepremier andrebbe quindi indagato per sequestro di persona e abuso di potere.
"Il governo non cadrà"
C'è forse un tatticismo nelle parole di Sibilia, che si è mostrato comunque perplesso sul merito della richiesta dei giudici di Catania? Dirsi per il sì in Aula, sapendo che in Giunta, alla fine, il M5s opterà per il no? Il quadro è molto complicato e il vertice notturno a palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e i due vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ha lasciato tutti i nodi irrisolti. Secondo quanto apprende l'AGI, l'unico elemento che al momento vede concordi M5s e Lega è la sicurezza che "su questo non cadrà il governo", tanto più dopo l'opera di mediazione del premier che ha dato una copertura politica al suo vicepremier.
Il problema è tutto interno al Movimento. Secondo quanto riferiscono alcuni parlamentari 5 Stelle, l'orientamento resterebbe quello di votare a favore della richiesta di autorizzazione a procedere. "Salvini deve essere processato, su questo non ci sono dubbi" sostiene un deputato 5 Stelle che però riconosce che "non si tratta di un processo per qualcuno che ha rubato, ma di un ministro che porta avanti l'opera di un governo". Mentre un senatore M5s ricorda che il Movimento "ha valori e principi, storia ed identità". E su questo non devono esserci deroghe, si sottolinea da più parti.
Come voterà M5s nella Giunta delle immunità (che si è riunita oggi alle 11, anche se si è iniziato solo con la relazione del presidente, Maurizio Gasparri) probabilmente sarà deciso, così viene riferito all'AGI, dal capo politico M5s Di Maio insieme ai 7 componenti della Giunta e non da una votazione online sul blog. "Anche perché, ad una votazione sul blog sicuramente i 5 stelle voteranno a favore dell'autorizzazione a procedere" confida un parlamentare pentastellato.
Secondo Gasparri "verosimilmente" potrebbero essere necessarie altre tre sedute della Giunta: una per l'eventuale audizione di Salvini (che dovrebbe tenersi la prossima settimana), una per l'illustrazione della sua proposta e l'avvio del dibattito e l'ultima per la conclusione del dibattito e per la votazione finale della proposta. La Giunta dovrà comunque terminare i suoi lavori entro il 22 febbraio, mentre l'Aula si dovrà pronunciare entro il 25 marzo. Conte continua a dirsi convinto che il caso non minaccia la tenuta dell'esecutivo. Ma nel Carroccio qualcuno potrebbe essere di avviso differente.