La crisi del Venezuela diventa un nuovo terreno di scontro nella maggioranza giallo-verde: lo testimonia il duro botta e risposta tra Alessandro Battista e Matteo Salvini che ha reso evidenti le distanze tra un M5s vicino al presidente Nicolas Maduro e una Lega schierata con il suo rivale, Juan Guaidò.
In un esercizio di diplomatico equilibrismo, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha auspicato l'avvio di "una riconciliazione nazionale e di un processo politico che si svolga in modo ordinato e che consenta al popolo venezuelano di arrivare quanto prima a esercitare libere scelte democratiche". Nessuna scadenza, insomma, nonostante l'ultimatum di Francia, Spagna e Germania avallato dall'Ue che parlava di otto giorni per indire nuove elezioni.
Al contempo il premier ha chiesto di "scongiurare una escalation della violenza all'interno del Paese" e di "evitare che il Venezuela, attraverso l'impositivo intervento di Paesi stranieri, possa diventare terreno di confronto e divisioni tra attori globali".
Le crepe nella maggioranza
L'esecutivo non ha però tardato a mostrare le sue crepe: alla Farnesina il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, ha assicurato che l'Italia si riconosce "pienamente nella dichiarazione comune che gli Stati membri dell'Unione Europea hanno diffuso oggi sulla situazione in Venezuela, alla redazione della quale", ha sottolineato, "abbiamo partecipato".
Il suo sottosegretario, il pentastellato Manlio Di Stefano, ha invece parlato di "inutili ultimatum Ue" e ha aggiunto che "l'Italia offre di mediare tra Maduro e opposizioni per una transizione politica verso nuove elezioni in Venezuela, nei tempi e nei modi più adatti".
Il vero strappo nella maggioranza di governo è emerso dal duro duello a distanza tra Di Battista e Salvini.
Lo scontro Di Battista - Salvini
Il primo ha affermato senza mezzi termini che "firmare l'ultimatum Ue al Venezuela è una stronzata megagalattica". "Qua non si tratta di difendere Maduro. Si tratta di evitare un'escalation di violenza addirittura peggiore di quella che il Venezuela vive ormai da anni", ha affermato l'esponente M5s.
"Di Battista ignora e parla a vanvera", gli ha replicato il vicepremier leghista che ha invece apprezzato l'ultimatum Ue, "non solo milioni di venezuelani, ma anche migliaia di italiani soffrono da anni la fame e la paura imposti dal regime di sinistra di Maduro. Prima tornano diritti, benessere e libertà in Venezuela, meglio sarà per il popolo".