L'immagine, certo, è evocativa. Una donna, sola, a sbarrare la strada a un gigantesco pullman. Ricorda - mutatis mutandis - un'altra immagine, divenuta icona di un'epoca: un piccolo uomo solo di fronte a una colonna di carri armati.
Certo, lì eravamo a piazza Tienanmen nel 1989 e qui alle porte di Roma nel 2019. Lì migliaia di studenti avrebbero perso la vita nel tentativo di instradare la Cina verso le riforme democratiche e qui, semplicemente, il pullman ha fatto marcia indietro. Ma per qualcuno la fredda mattina del 23 gennaio ha significato molto. E non solo per i migranti sgomberati dal Cara di Castelnuovo di Porto su ordine del ministero dell'Interno.
La foto di Castelnuovo di Porto diventata virale
Fino a questa fotografia, diventata virale in un batter d'occhio, Rossella Muroni non è che brillasse in quanto a seguito su Twitter. I suoi post racimolavano qualche 'like', pochi commenti e un trascurabile numero di condivisioni. Poi è arrivata la decisione di fare qualcosa, di portare l'opposizione al decreto sicurezza fuori dall'aula di Montecitorio e, con essa, la foto. Cinquecento commenti (non tutti positivi), altrettante condivisioni e più di 4.000 'mi piace'.
Chi è Rossella Muroni
Ma chi è Rossella Muroni? Troppo "verde" e troppo poco "rossa", la descriveva l'ex dirigente del Pci e dei Ds, Peppino Caldarola, in un post du Lettera43. "Probabilmente diventerà la Federica Pellegrini della politica italiana" chiosava, forse alludendo al taglio sbarazzino, ma sicuramente non gradendo che fosse stata preferita ad altri veterani della sinistra-sinistra fatta di comunisti non pentiti prima per guidare la comunicazione di Liberi e Uguali e poi in lista alle elezioni del 4 marzo insieme con le due new entri nel partito del dissenso anti-renziano: Laura Boldrini e Pietro Grasso.
Lei, la Muroni, intanto tirava avanti, forte di un impegno ventennale in prima linea su uno dei temi cari al neonato movimento: l'ambiente. E passava da ex presidente di Legambiente a "donna forte", come la definiva l'Huffington Post, di Grasso.
"Un cuore antifascista"
All'inizio dell'avventura si presentava come una donna con "un cuore antifascista e una grande ammirazione per Nilde Iotti", passata dall’attivismo alla politica per "stare dalla parte di chi decide e non solo di chi propone". Certo la sua agenda era piena di buoni propositi sul tema dell'ambiente e così la sua discesa - fisica - in campo a favore dei richiedenti asilo ha spiazzato i più. Presentando la sua piattaforma elettorale elencava le sue priorità: l’occupazione, la parità salariale le donne, la tutela dei diritti sessuali, con un occhio di riguardo per la legge 194, e la salvaguardia della salute di tutti. Niente migranti.
L'avventura con Liberi e Uguali
Con Leu c'era finita perché, raccontava, "Grasso mi ha parlato di un progetto di sinistra che mi piace e mi ha proposto di costruirlo insieme". E in particolare puntava il dito contro i decreti: "Questo Paese, troppo spesso e su troppi fronti è andato avanti per decreti; serve invece una visione che tenga insieme le decisioni da prendere".
Sul tema dei migranti, magari punta a raccogliere quella "trasversalità del dialogo" grazie alla quale già, ha detto una volta, "in alcune in occasioni, si è riusciti a superare la logica degli schieramenti politici per sostenere una causa comune". Alcuni esempi? "La legge sullo stalking e la violenza sessuale. Ma anche alle prime cinque donne della commissione speciale detta dei 75 che elaborò la prima bozza della nostra Costituzione: Nilde Iotti, Ottavia Penna Buscemi, Angelina Merlin, Maria Federici e Teresa Noci, che venivano da mondi e partiti diversi e distanti". Forse una strizzata d'occhio a quelle frange dei Cinque Stele che non amano fino in fondo la politica di sicurezza varata da Salvini, soprattutto sul fronte delle migrazioni.