L'orientamento dell'esecutivo è quello di dire sì all'acquisto di 90 F35 ma rimodulando costi e tempi. Martedì parte la 'missione' del governo negli Stati Uniti. Il sottosegretario Tofalo che sugli F35 ha avuto la delega dal ministro della Difesa, Trenta, tra i vari appuntamenti in agenda sarà - riferiscono fonti ben informate - al Pentagono e poi incontrerà Lockheed Martin, l'azienda attiva nei settori dell'ingegneria aerospaziale e della difesa.
Il diretto interessato conferma il viaggio negli Usa ma aggiunge che al momento non ci sono novità. "Io mi occupo degli studi tecnici, poi ci sono le decisioni politiche", osserva. Il tema degli F35 non è una priorità del governo, ribadisce. Però resta un argomento 'sensibile' per i Cinque stelle mentre altre fonti governative sottolineano che si punta a breve a definire la situazione.
Lo stesso Tofalo prima di Natale sottolineò l'impossibilità a sottrarsi dagli impegni presi, "non possiamo - questa la tesi - rinunciare per la nostra Aeronautica". Frasi estrapolate da un contesto più ampio ma che provocarono comunque polemiche, con molti pentastellati - da Mantero a Corda - che ribadirono la necessità di rivedere la posizione dell'esecutivo.
A fine dicembre l'ulteriore spiegazione di Tofalo che citò anche l'articolo 52 della Costituzione secondo il quale "la difesa della Patria" è "un sacro dovere del cittadino". "Gli Stati Uniti sanno di poter fare affidamento della nostra parola", rimarcò il sottosegretario aggiungendo poi che "il programma verrà rivisto", la "valutazione tecnica è ancora in corso".
Il governo punta al rallentamento degli acquisti dei velivoli
I novanta F-35 sono destinati a sostituire gli AV-8 Harrier, i Tornado Panavia e gli AMX in dotazione all'Aeronautica ed alla Marina italiana. Il governo dovrebbe quindi puntare al rallentamento delle acquisizioni dei velivoli di quinta generazione ma senza prevedere alcuna riduzione della flotta. Bisognerà capire quale sarà nei dettagli l'accordo con gli Stati Uniti che, tra l'altro, si aspetta il sostegno del nostro Paese su alcuni dossier, in particolare Libia e Medio Oriente. Non è escluso che a fine febbraio ci possa essere un incontro informale tra il presidente americano Trump e il vicepremier Salvini (di sicuro il ministro dell'Interno vedrà il vicepresidente Pence) in occasione del Cpac 2019, la grande convention annuale dei conservatori americani (missione preparata nei giorni scorsi dal sottosegretario Picchi) mentre la visita negli Usa del vicepremier Di Maio è stata rinviata.
La decisione, assunta "in considerazione della peculiare situazione dello 'shutdown' governativo che sta interessando alcuni Dipartimenti dell'Amministrazione Usa". Nella legge di bilancio è comunque previsto un taglio di mezzo miliardo alla spesa militare ma sugli F35 recentemente lo stesso Di Maio aveva espresso perlessità sul programma.
Durante la missione del sottosegretario della Difesa Tofalo negli Usa, riferiscono altre fonti parlamentari della maggioranza, verrà illustrata in maniera informale la posizione del governo sugli F35, ribadendo il sì italiano ai 90 velivoli ma rimodulando costi e tempi dell'acquisto. Tra i deputati e i senatori M5s, secondo quanto spiegano fonti parlamentari pentastellate, restano le perplessità sull'operazione. Nessuna ufficialità sul via libera del governo all'acquisto degli F35 ma la missione del sottosegretario negli Stati Uniti dovrebbe servire proprio a definire gli accordi tecnici.