Articolo aggiornato alle ore 13,30 del 3 gennaio 2018.
Leoluca Orlando 'sospende' l'applicazione del decreto sicurezza e le norme sui richiedenti asilo, da lui giudicate "disumane" e "criminogene". Il sindaco di Palermo incassa cosìl'appoggio di altri primi cittadini e suscita l'irritazione del titolare del Viminale, Matteo Salvini. È lo stesso Orlando ad annunciare la decisione di sospendere qualunque procedura "possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica".
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In una conferenza stampa, il primo cittadino di Palermo spiega: "Il nostro non è un atto di disobbedienza civile né di obiezione di coscienza, ma la semplice applicazione dei diritti costituzionali che sono garantiti a tutti coloro che vivono nel nostro paese". Per il sindaco del capoluogo siciliano "siamo davanti ad un provvedimento criminogeno. Ci sono migliaia, centinaia di migliaia di persone che oggi risiedono legalmente in Italia, pagano le tasse, versano contributi all'Inps e fra qualche settimana o mese saranno senza documenti e quindi illegali. Questo significa incentivare la criminalità, non combatterla o prevenirla".
L'Anci chiede un tavolo
Condivide la 'battaglia' di Orlando il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che garantisce: "Noi continueremo a concedere la residenza e non c'è bisogno di un ordine del sindaco o di una delibera perché in questa amministrazione c'è il valore condiviso di interpretare le leggi in maniera costituzionalmente orientata. Laddove c'è un dubbio giuridico, un'interpretazione distorta o una volontà politica nazionale che tende invece a violare le leggi costituzionali o a discriminare in base a un motivo di tipo razziale - conclude - noi non possiamo che andare in direzione completamente opposta rispetto a questo diktat".
Interviene anche l'Anci, che chiede al Viminale un tavolo proprio sull'applicazione delle norme contenute nel decreto: "È evidente, a questo punto, l'esigenza di istituire un tavolo di confronto in sede ministeriale per definire le modalità di attuazione e i necessari correttivi a una norma che così com'è non tutela i diritti delle persone", spiega Antonio Decaro.
Salvini: "Vuoi disobbedire? Non ti mando l'esercito"
"Con tutti i problemi che ci sono a Palermo, il sindaco sinistro pensa a fare 'disobbedienza' sugli immigrati...", scrive sui social di prima mattina Salvini, che poi annuncia: "Sarò presto a Palermo per consegnare ai cittadini una villa vista mare confiscata a un mafioso. Spero che nel frattempo il sindaco trovi il tempo di occuparsi dei tanti problemi della sua città, invece di disobbedire alle leggi sull'immigrazione approvate dal Parlamento". Quindi, assicura: "Vuoi disobbedire? Non ti mando l'esercito".
In serata, dopo che a sostegno di Orlando si sono schierati altri primi cittadini, il vicepremier rincara la dose: "È gravissimo, evidentemente" alcuni sindaci "hanno mangiato pesante a Capodanno. È un torto ai tanti palermitani e napoletani che hanno problemi veri, reali e quotidiani". I sindaci "ne risponderanno personalmente, legalmente, penalmente e civilmente perché è una legge dello Stato che mette ordine e regole".
L'assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, rimanda al sindaco Sala ogni decisione, ma "certamente possiamo già sottolineare che non abbiamo nessuna intenzione di togliere l'iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo che la hanno già fatta. Legge o non Legge". Sostegno alla protesta dei primi cittadini arriva dal Pd, con Nicola Zingaretti che confessa di comprendere "la fatica per porre rimedio a norme confuse scritte solo per l'ossessione di fare propaganda e che spesso producono caos, più diffidenza e insicurezza per tutti. Dall'odio non sono mai nati la sicurezza e il benessere per le persone, ma solo macerie per i furbi e i più forti". Anche Leu, con Nicola Fratoianni, plaude la scelta di Orlando: "È un atto di rispetto nei confronti della Costituzione della nostra Repubblica".
Al fianco di Salvini si schiera invece la ministra Giulia Bongiorno: "Le leggi, piacciano o meno, vanno applicate. Non può esistere il 'fai da te': questo elementare principio non può essere ignorato da Leoluca Orlando". E Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e delegato dell'Anci alla Finanza locale, osserva: "se c'è stato qualcosa di criminogeno in Italia, rispetto a questa tematica, è stata piuttosto l'idea di una 'immigrazione illimitata' che negli ultimi anni in Italia ha oggettivamente alimentato il senso di insicurezza e il disagio sociale delle comunità locali".