Quando la mattina del 16 dicembre del 2016 Raffaele Marra venne arrestato con l'accusa di corruzione, l'amministrazione M5s di Virginia Raggi vacillò come non mai nei due anni e mezzo di mandato. Perché l'allora capo del Dipartimento Personale del Campidoglio veniva considerato da molti il braccio destro della sindaca di Roma: il "Rasputin" della Raggi lo definì l'ex capo di Gabinetto, Carla Romana Raineri.
Ieri, a due anni di distanza, è arrivata la sentenza di primo grado della seconda sezione del Tribunale di Roma che ha condannato l'ormai ex dirigente capitolino a 3 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione, e ha dichiarato concluso il suo rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione. Secondo l'accusa l'imprenditore Sergio Scarpellini, defunto il 20 novembre scorso, avrebbe versato quasi 370 mila euro a Marra per l'acquisto di una casa in zona Prati Fiscali, di cui la sentenza di oggi ha disposto la confisca. Una vicenda che risale agli anni in cui, con Gianni Alemanno sindaco, il funzionario comunale dirigeva il Dipartimento Casa del Campidoglio.
Un curriculum "estremamente importante"
Laureato in Giurisprudenza, arruolatosi nel 1991 nella Guardia di Finanza, nel 2006 Marra è passato a lavorare nella pubblica amministrazione: prima alla direzione generale del ministero dell'Agricoltura, sempre con Alemanno ministro, poi all'Unire. Quindi il passaggio in Campidoglio, dove nel frattempo ha vinto il concorso da dirigente, intervallato da un'incarico nel 2011 alla Direzione del Personale della Regione Lazio con Renata Polverini al vertice dell'amministrazione regionale. La giunta capitolina di Ignazio Marino scelse invece di assegnarlo a posizioni dirigenziali di minor rilievo, tra cui i rapporti con le associazioni dei consumatori.
È con l'arrivo dei 5 stelle alla guida del Campidoglio che Marra ha compiuto il salto di livello negli incarichi ottenuti: prima come vice capo di gabinetto - ruolo in cui è entrato in contrasto con Carla Romana Raineri, che per meno di 3 mesi ha ricoperto il ruolo di capo della struttura - poi come dirigente del Personale. Proprio in quest'ultima funzione ha organizzato l'interpello per il rinnovo della macrostruttura dei dirigenti da cui è scaturito il processo per falso a carico della sindaca Raggi, assolta in primo grado perché il fatto non costituisce reato.
Nell'interpello infatti il fratello di Marra, Renato, dirigente della Polizia Locale del Campidoglio, era stato promosso - nomina poi revocata - alla guida della Direzione Turismo con relativo aumento di circa 20 mila euro del suo stipendio. Ora Raffaele Marra dovrà affrontare anche lui un procedimento giudiziario su questa vicenda, con l'accusa di abuso di ufficio.