Scoppia una nuova polemica nel Pd. Il bersaglio questa volta è Nicola Zingaretti, governatore del Lazio e candidato alla segreteria del partito. A scatenare un duro confronto interno, le parole di Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della regione Lazio e uomo vicino a Zingaretti, che prospetta un "disgelo" con il Movimento 5 Stelle per "fare un pezzo di strada assieme" così da "rompere il blocco nazionalista e populista". Immediata la reazione degli esponenti dem che si oppongono alla candidatura del presidnete del Lazio. Dice Lorenzo Guerini: Smeriglio "ha il merito di rendere chiaro il nucleo centrale della proposta politica-congressuale della mozione Zingarett. Io penso invece che il nostro compito sia opporci con forza a questo governo e costruire l'alternativa al nazional-populismo di Lega e 5 stelle". E Carlo Calenda, a sua volta, sottolinea che su un tema del genere "non sono tollerabili ambiguità".
La risposta del governatore arriva ed è durissima: "Dobbiamo recuperare con la politica l'elettorato che ci ha abbandonato. Questo è un impegno etico. Il resto sono chiacchiere e fango di chi fa finta di non capire e usa in maniera subalterna, questo sì, gli stessi metodi dei 5 Stelle per gettare fango nel confronto politico". Quanto al merito delle parole di Smeriglio, il governatore ricorda di aver detto "fino alla noia" di non aver alcuna intenzione di allearsi con il Movimento 5 Stelle: "Ritornare in maniera isterica e ossessiva ogni volta su questo tema è segno della debolezza di chi non sa dire nulla di positivo su se stesso e ha come unica arma parlare male degli altri".