"Gli inceneritori sono il fallimento del ciclo integrato. Non lo dico io, lo dicono le imprese, lo dice un'intera economia": lo ha affermato il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, in un'intervista alla Stampa in cui ha sottolineato che dal contratto di governo erano stati esclusi nuovi termovalorizzatori. "Stiamo lavorando ogni giorno per ribaltare, non solo in Campania ma ovunque, il paradigma economico della gestione dei rifiuti, come anche prescritto nel contratto di governo", ha sottolineato Costa.
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Costa ha replicato all'accusa del vicepremier Matteo Salvini secondo cui M5s dice no a tutto: "Non è un no 'a prescindere', come direbbe Totò. Il mio invece è un no argomentato e si tratta di argomenti di cui si è parlato nella fase preparatoria del governo, infatti sono nel contratto di governo firmato perché esisteva un accordo di tutti".
Il ministro ha spiegato che "lunedì a Caserta" sarà affrontata la questione roghi tossici con "sette ministri, il presidente del Consiglio e il presidente della Regione". "Firmeremo un piano d'azione in cui i ministri si impegneranno, nell'ambito delle rispettive competenze, ad affrontare il problema", ha aggiunto, "si deciderà che cosa fare, chi dovrà agire e come. Ad esempio i carabinieri si occuperanno delle investigazioni ambientali, i medici di base si sono offerti di effettuare in modo volontario il monitoraggio sanitario che ci permetterà di sapere perché e dove ci si ammala".
Entro gennaio Costa punta a presentare un disegno di legge esteso a tutta l'Italia che avrà un nome evocativo, "Terra Mia". "Si agirà in fase preventiva", ha spiegato il ministro, "prima di attivare una gestione di rifiuti, ad esempio, le aziende dovranno fornire una garanzia per evitare che in caso di fallimento sia sempre lo Stato a doversi fare carico degli oneri. Ci saranno poi norme che equipareranno chi commette reati di strage ambientale ai mafiosi prevedendo l'inversione dell'onere della prova".
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