L'emergenza rifiuti in Campania crea tensioni nel governo. Dopo due giorni di botta e risposta, ad ammetterlo è lo stesso vicepresidente del Consiglio e ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Lo scontro fra Lega e M5s, che va avanti a colpi di dichiarazioni su media e social, riguarda la strada da percorrere per arrivare a una soluzione, con il Movimento nettamente contrario alla costruzione dei termovalorizzatori e il Carroccio, con il suo leader, favorevole. Il tutto, nel bel mezzo del confronto sull'anticorruzione e con la manovra all'esame del Parlamento.
Ieri è stato Di Maio ad avvisare l'alleato di governo: gli inceneritori non sono previsti dal programma e non c'entrano una "beneamata ceppa". Ma il warning non ha fermato la querelle: Salvini ha rilanciato e Di Maio ha di nuovo risposto. E lunedì saranno entrambi, presente anche il premier Conte, in Campania per la firma di un protocollo sulla 'Terra dei fuochì. Sulla diatriba ha preso pozione anche il presidente della Camera, Roberto Fico, in linea con le scelte del Movimento: "Vi assicuro che in questa regione non si farà neanche un inceneritore.
Le parole di Salvini sono uno schiaffo forte a Napoli e alla Campania", ha detto la terza carica dello Stato. Poi Salvini ha replicato:
"I termovalorizzatori sono fondamentali, li faremo. Senza ceppa... In questi dieci anni non è stato fatto nulla, i tecnici sono molto preoccupati su questo tema dovrebbero scegliere gli enti locali, i sindaci e le regioni ma se tutti dicono 'da me no' i rifiuti poi non li puoi mandare su Marte. Bisogna fare delle strutture perché in Lombardia ci sono 13 termovalorizzatori che producono energia, e in Campania uno? Il rapporto non può essere questo".
Inoltre, prosegue Salvini, "con la differenziata sei indietro, e poi ci sono i roghi tossici e le discariche. Non c'è nel contratto? Vallo a spiegare ai bambini che tra due mesi devono respirare merda. Un'emergenza? Non lo dico io ma quando il capo dei vigili del fuoco mi dice che c'è il rischio di tornare alla situazione di dieci anni fa io devo fare qualcosa" (La Repubblica).
"A me dispiace che Salvini abbia deciso di lanciarsi in questa polemica e di creare tensioni nel governo", ha controreplicato, a distanza, Luigi Di Maio. "Ma veramente sono dispiaciuto di questa polemica che, tra l'altro, si fonda sul tema degli inceneritori che, non essendo nel Contratto di governo, non si pone", ha puntualizzato ancora. "Quando si è scritto il Contratto di governo, non mi pare che nessuna delle due forze politiche abbia insistito per mettere gli inceneritori, anzi io ero anche rincuorato dal fatto che Matteo Salvini è stato dietro gli striscioni 'no inceneritorì in molte parti d'Italia", ha poi osservato (Il Messaggero).
Ed ha anche detto: "Salvini è preoccupato per la Campania? Lì ci vive la mia famiglia, io sono la persona piu' preoccupata di tutte e nelle preoccupazioni però so anche che si respira aria cattiva quando si respira vicino a un inceneritore". Ma al ministro dello Sviluppo ha fatto eco anche il titolare dell'Ambiente, Sergio Costa, per sottolineare di non essere, anche lui, a favore degli inceneritori. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il ministro per le Infrastrutture, Danilo Toninelli: "La cosa bella è che noi siamo diversi ma dialoghiamo. Gli inceneritori fanno parte di un passato che ha inquinato i territori.
Nel Contratto di governo non ci sono. Nel caso in cui li volessimo fare dovremmo trovare un compromesso. Ma noi dei 5 stelle siamo totalmente contrari", ha detto. E mentre la partita resta ancora aperta nel governo, su fronti diverse le opposizioni vanno all'attacco: "Ritengo assolutamente irricevibile la proposta del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sulla realizzazione di cinque termovalorizzatori in Campania", ha detto la vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera, Michela Rostan (Leu).
"La contrarietà preconcetta ai termovalorizzatori - ha osservato il senatore di Forza Italia Renato Schifani - implica la persistenza di un'emergenza cronica in diverse regioni del Paese. Senza impianti di questo tipo, infatti, è impossibile completare il ciclo rifiuti. L'immobilismo demagogico grillino non fa altro che aumentare le criticità e complicare la vita dei cittadini. Con la politica dei 'nò il nostro Paese si avvia all'oscurantismo economico e sociale".