L’incidente viene chiuso in fretta, l’ortodossia ripristinata, l’ordine regna nel gruppo parlamentare dei 5 Stelle dopo la scossa del voto contrario al decreto Genova. Oppure no: forse per la prima volta dalle elezioni trionfali del 4 marzo, il Movimento rischia di provare l’aspro sapore delle espulsioni, degli abbandoni traumatici, delle sedute con gli indici puntati che non poco avevano fatto male la scorsa legislatura. Anche perché questa volta nel centro della tempesta perfetta si potrebbe trovare uno degli uomini simbolo della pattuglia parlamentare a cinque stelle, quel Gregorio De Falco che salvò l’onore di molti in occasione del disastro della Costa Concordia.
Sospiro di sollievo
È il tardo pomeriggio quando si sente uno "Sta andando molto bene". Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, dopo la bocciatura al Senato dell'emendamento sul condono a Ischia che l’altro giorno in commissione aveva mandato sotto il governo, può finalmente manifestare la propria soddisfazione. E in effetti, stando ai numeri (200 voti contrari e 75 favorevoli) con cui l'aula di Palazzo Madama si è espressa in senso contrario rispetto alle commissioni Ambiente e Lavori pubblici, l’intoppo parlamentare è stato ampiamente sanato. Sollievo nella compagine di governo.
Rischio espulsione per i dissidenti, ma De Falco non molla
Resta però sul tavolo, in seno al M5s, la questione politica dei dissidenti che, come hanno ricordato numerosi esponenti pentastellati tra cui il ministro per i Rapporti col Parlamento Riccardo Fraccaro, andrà affrontata con un procedimento disciplinare che potrebbe portare all'espulsione dal Movimento.
Il senatore Gregorio De Falco, protagonista del "ribaltone" in commissione e firmatario in aula di un emendamento uguale a quello della collega forzista Papatheu, contrario al condono a Ischia, a più riprese ha rivendicato e confermato il proprio atteggiamento parlamentare, definendosi "coerente" al contratto di governo e asserendo di avere ricevuto molti attestati di sostegno da parte della base grillina. Non solo: De Falco ha tenuto a precisare che ogni eventuale procedimento nei suoi confronti dovrà essere preceduto dalla formalizzazione delle accuse e da un contraddittorio.
L'altra dissidente Elena Fattori, rincarando la dose, ha dichiarato attraverso un post che all'interno di M5s vige attualmente un clima di "terrorismo psicologico".
Forzisti autosospesi
In vista del nuovo voto sul Dl Genova, la giornata parlamentare non ha offerto nessuno scossone. Qualche fibrillazione, in Forza Italia, a causa della scelta dei parlamentari campani di autosospendersi in polemica con la linea del partito sul condono a Ischia, decisione rientrata dopo il voto "riparatore" dell'aula e la concessione della libertà di voto ai suoi da parte della capogruppo Anna Maria Bernini.
Il Pd usa parole forti
Toni duri dal Pd, il cui capogruppo Andrea Marcucci è intervenuto denunciando la "vergogna di una maggioranza che approfitta di una tragedia come il crollo del ponte Morandi per inserire nel decreto Genova porcherie come il condono a Ischia". E proprio su questo, in sede di dichiarazione di voto, l'ex-premier Renzi ha promesso un intervento "duro". Hanno respinto decisamente al mittente le accuse dei Dem gli esponenti del governo intervenuti in aula, a partire dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vito Crimi, per il quale "non c'è alcun condono”.
“Sono state dette”, ha aggiunto, ”delle falsità: le aree sottoposte a vincolo non sono edificabili e alla fine di tutto questo avremo mille case sicure a Ischia".
Quanto ai tempi di approvazione, dopo che, in giornata, era sembrata aleggiare l'ipotesi di porre la fiducia (rapidamente tramontata) e la fine delle votazioni sugli emendamenti arrivata in serata, il via libera finale al provvedimento dovrebbe giungere entro mezzogiorno.