La proposta del vicepremier Luigi Di Maio sulle chiusure domenicali di negozi e centri commerciali torna d'attualità in seguito a una dura dichiarazione del sindaco di Milano, Giuseppe Sala che, in un intervento a Elle active! alla Bicocca, ha affermato di trovarla "una follia".
"E poi perché chi gestisce negozi e ad esempio non i giornalisti? Qual è il senso?", prosegue Sala, "se la vogliono fare in provincia di Avellino la facciano, ma a Milano è contro il senso comune. Pensassero alle grandi questioni politiche, non a rompere le palle a noi che abbiamo un modello che funziona e 9 milioni di turisti".
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico affida la sua risposta a Facebook: "Per il sindaco di Milano Sala i diritti delle persone sono una rottura di palle. Nessuno vuole chiudere nulla a Milano né da nessun altra parte, ma chi lavora ha il diritto a non essere più sfruttato. Questo rompe le palle a un sindaco fighetto del Pd? E chi se ne frega!".
Sullo stesso social network arriva la controreplica del primo cittadino ambrosiano: "Quando il ministro Di Maio avrà lavorato nella sua vita il 10% di quanto ho fatto io, sarà piu' titolato a definirmi 'fighetto'. Non ho altro da aggiungere".
Nella polemica interviene anche Matteo Salvini. "Mi sembra quanto meno irrispettoso, da milanese e da ministro sto facendo il possibile e l'impossibile per portare più forze dell'ordine a Milano e recuperare aree di legalità alla tranquillità dei cittadini". Se fossi il sindaco - ha aggiunto il responsabile del Viminale - più che di occuparmi del governo, di Avellino, mi occuperei di alcune zone della mia città assolutamente fuori controllo".