Le misure più importanti legate alla legge di bilancio, reddito di cittadinanza e introduzione quota 100 sulle pensioni, si faranno nei tempi previsti ma confluiranno in un decreto che sarà approvato dal consiglio dei ministri "a Natale o subito dopo".
È quanto ha annunciato Luigi Di Maio, spiegando che le risorse per entrambe le misure ci sono e sono state preventivate in manovra. "Ci sono i soldi, c'è la ciccia", ha assicurato il vice premier pentastellato. Stesso concetto ribadito anche da Giuseppe Conte, in conferenza stampa a Tunisi. Mentre, poco prima, da Roma, le agenzie avevano diffuso una frase del sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, in cui si faceva riferimento alle note perplessità del partito di Matteo Salvini sul reddito di cittadinanza. La misura bandiera del M5s contro la povertà, aveva sostenuto Giorgetti, presenta "complicazioni attuative non indifferenti".
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"Se riuscirà a produrre posti di lavoro, bene. Altrimenti resterà un provvedimento fine a se stesso", aveva aggiunto il vice di Salvini. Ma da ambienti leghisti si ridimensiona la dichiarazione di Giorgetti, sostenendo che è stata un po' decontestualizzata nella sua diffusione alle agenzie da parte dello staff comunicazione di Bruno Vespa, e comunque non concordata nei tempi. In ogni modo, sottolineano fonti governative leghiste, non vi è alcuna intenzione di andare allo scontro su un provvedimento o comunque bloccare una misura che è contenuta nel contratto di governo.
Conte assicura: la riforma partirà
Interrogato a riguardo, a Tunisi, Conte è apparso abbastanza rilassato nel sostenere che comprende le osservazioni di Giorgetti. "Questa riforma partirà. Siamo ben consapevoli tutti che è una riforma che va fatta con molta attenzione: è la ragione per cui non è stata inserita adesso, teniamo farla bene e con tutti i dettagli", ha detto. Il premier è apparso più contrariato dalle ricostruzioni di stampa in merito alle stime di copertura del reddito di cittadinanza. "Non entro nel merito delle cifre, c'è libertà di stampa", ha detto, rispondendo a una domanda su calcoli fatti dal Corriere della sera. "Quello che conta è quello che scrive il governo: abbiamo fatto delle valutazioni, le cifre le facciamo noi, avendo contezza dei dati Istat decidendo noi la platea: le altre cifre non contano".
"La Lega in piazza? Il premier sono io"
"Ci sono le risorse per finanziare il reddito che vogliamo sia per finanziare le riforma della legge Fornero", ha garantito. A chi gli chiedeva se la manifestazione leghista dell'8 dicembre, dal titolo 'Prima gli italiani' in chiave anti-europea, non rischiasse di complicare il suo tentativo di proseguire nel dialogo "proficuo e costante" con l'Ue sulla manovra, Conte ha poi risposto: "Ci tengo a illustrare personalmente i contenuti della manovra e a spiegare come sia il frutto di un lavoro serio e responsabile. Detto questo, per carità, se ci sono dei leader politici che organizzano delle manifestazioni politiche, rientra nella fisiologia della dialettica del dibattito politico, che può manifestarsi anche in modo vivace".
"Ma rimane il fatto che, come presidente del Consiglio, interloquisco io con le istituzioni europee, mi siedo io al tavolo con loro e caratterizzo il tono dell'interlocuzione con loro, con cui ho avviato un dialogo costruttivo", ha scandito. "Sicuramente incontrerò Jean Claude Juncker nelle prossime settimane ci tengo a illustrare i contenuti" della manovra di persona, ha poi concluso.