Il tema sarà pure "fiscale e non di politica monetaria", come dice il presidente Mario Draghi, ma il 'caso Italia' Italia domina la scena a Francoforte. E la tradizionale conferenza stampa al termine del direttivo della Bce si trasforma in un fuoco di fila di domande sulle tensioni tra il governo italiano e la Commissione europea sulla manovra e finisce, com'era ovvio, per rimbalzare sui tavoli della politica italiana. Fino a innescare una polemica al fulmicotone tra il presidente della Bce e il vicepremier Luigi Di Maio.
Ma ricostruiamo per ordine le 24 ore che hanno guastato i rapporti tra Palazzo Chigi e l'Eurotower.
Cosa ha detto Draghi
Giovedì mattina Draghi si mostra ottimista su un'intesa tra Roma e Bruxelles e invita ad abbassare i toni per raffreddare lo spread, la cui risalita sta mettendo in difficoltà i bilanci delle banche. Su una cosa però è molto chiaro: non spetta alla Bce finanziare il deficit dei singoli Paesi e, in caso di crisi, l'unica strumento applicabile è l'Omt, il programma già utilizzato per la Grecia.
Apriti cielo: i Cinque Stelle, che si sentono chiamati in causa, affidano a una nota la loro ira. "Non sappiamo più in che lingua dirlo: da parte nostra non c'è alcuna volontà di uscire dall'Euro, né vogliamo uno scontro con l'Unione europea. Lo ribadiamo ormai da giorni e speriamo ancora che il messaggio arrivi chiaro a Bruxelles. Se i mercati stanno prezzando la possibile uscita dall'Euro è perché ogni giorno da parte dei Commissari europei e, ci duole dirlo, anche del Governatore della Bce, arrivano attacchi all'Italia. Ci teniamo a ricordare al Governatore Draghi che quando nel 2012 lo spread era oltre i 500 punti fu sufficiente una sua dichiarazione per farlo scendere fin sotto quota 100. A dimostrazione del fatto che se la Banca Centrale adempie ai propri doveri il pericolo spread viene meno".
Come ha risposto il governo
E a rincarare la dose ci si mettono il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona che si limita a un laconico "Ognuno si assume la sua responsabilità" e Di Maio che, molte ore più tardi, punta il dito contro Draghi e durate la registrazione di 'Nemo' dice: "In un momento in cui si deve tifare Italia, mi meraviglia che un italiano, che è stato punto di riferimento ed è a capo della Bce, si metta ad avvelenare il clima ulteriormente".
Così l'incendio divampa più violento. "Oggi non faccio commenti" dice Draghi a margine di un convegno alla Banca centrale del Belgio dove comunque fa un discorso che suona come un monito all'Italia. "La credibilità" di una banca centrale, dice, "si fonda sull'indipendenza. Non deve essere soggetta al dominio del bilancio o della politica e deve essere libera di scegliere gli strumenti che ritiene più appropriati per adempiere al proprio mandato".
"Se le banche centrali fossero meno indipendenti e il pubblico percepisse che la politica monetaria puo' essere tirata in qualsiasi direzione, ciò disancorerebbe le aspettative d'inflazione e metterebbe a rischio la stabilità dei prezzi, esattamente come negli anni Settanta".
E mentre il resto del governo si trincera dietro la cautele - "Non commento gli altri. Sono convinto della bontà delle scelte di questo governo. Se qualcuno pensa di speculare con lo spread o usando altro, sappia che c'è un Paese pronto a rispondere. Non torneremo indietro di mezzo millimetro", dice Matteo Salvini - le opposizioni partono all'attacco. "Di Maio c'è o ci fa?" twitta Matteo Renzi, "I mercati sono molto critici sull'Italia e lui, tra un condono e l'altro, che fa? Attacca Draghi. Di Maio non deve attaccare Draghi o la Leopolda: deve cambiare la manovra altrimenti l'Italia va a sbattere. E già che c'è cambi anche chi gli scrive i discorsi"