La riforma della legittima difesa supera il primo banco di prova del Senato e ora si appresta a incassare il via libera definitivo da parte della Camera. L'obiettivo è quello di arrivare all'approvazione della legge entro la fine dell'anno.
L’M5S alla fine si allinea
Nessun problema per la maggioranza giallo-verde: superate le perplessità dei pentastellati, che inizialmente avevano tentato di 'attenuare' la portata delle modifiche leghiste per poi riallinearsi, il testo leghista sulla legittima difesa incassa anche i voti favorevoli di Forza Italia e Fratelli d'Italia, che pure avrebbero preferito una riforma più incisiva con il riconoscimento di un vero e proprio "diritto alla difesa".
Si oppongono invece il Pd e Leu, anche se i dem, durante le votazioni sugli articoli, danno il via libera alla non punibilità in caso di "grave turbamento" (per coerenza, viene spiegato, con quanto votato nella scorsa legislatura, dove il testo della riforma, poi finito in un binario morto, parlava di turbamento psicologico).
Salvini gongola
Esulta Matteo Salvini, che della legittima difesa ha fatto sin dall'inizio un cavallo di battaglia: "La difesa è sempre legittima! Dalle parole ai fatti", rivendica su twitter. Per poi aggiungere in serata, manifestando tutta la sua soddisfazione:"Siamo felicissimi. Continuiamo a mantenere gli impegni presi con gli italiani".
Scelgono il low profile i 5 stelle, che sostanzialmente rimangono in silenzio, fatta eccezione per la dichiarazione di voto finale, lasciando il palcoscenico agli alleati. Non è un mistero, del resto, che i pentastellati avrebbero preferito un intervento sul codice penale meno tranchant.
Un “sempre” di troppo
Non mancano infatti i punti controversi del testo: la parola "sempre" che, di fatto, allarga notevolmente le maglie della legittima difesa. Ma anche il "grave turbamento" che, se riconosciuto, fa sì che chi si difende non sia punibile. E ancora, la non necessaria minaccia visibile attraverso un'arma e la violenza che non deve essere per forza indirizzata verso la persona.
Per il Pd siamo al Far West
Il Pd con il capogruppo a palazzo Madama, Andrea Marcucci, parla senza mezzi termini di Far west che "arriva in Italia grazie ad una legge sbagliata, che aumenta i pericoli per i cittadini. Il passo indietro dello Stato vuol dire più armi in circolazione, meno sicurezza per tutti. E' questa la illegittima difesa".
Fortemente contrario alla riforma leghista anche Pietro Grasso: "Il danno grave, oltre che a livello normativo, è anche a livello culturale: la propaganda sta facendo credere ai cittadini che sarà lecito sparare in casa propria e produrrà inevitabilmente un aumento di armi in circolazione. Più armi non significa più sicurezza. Sappiamo bene che aumenta la possibilità di incidenti di ogni tipo, in un momento in cui, da anni, i reati diminuiscono", afferma l'ex presidente del Senato. Per Fratelli d'Italia la legittima difesa è "una storica battaglia della destra", spiegano i senatori motivando il sì al ddl, anche se non mancano di sottolineare la delusione per un testo "troppo morbido". Sulla stessa lunghezza d'onda Forza Italia: la lega ha dovuto "pagare dazio ai 5 stelle", sottolinea la capogruppo Anna Maria Bernini.
“Tuteliamo i cittadini”
La Lega, però, non si cura delle critiche, incassa la vittoria e tira dritto: "Oggi vincono le vittime. Lo Stato finalmente è con loro: senza dubbi e fin da subito. Basta gogna, basta lunghi e dolorosi processi, basta alle assurde richieste di risarcimento da parte dei parenti di qualche delinquente", afferma il relatore Andrea Ostellari. E il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo scandisce: "promessa mantenuta", per poi precisare: "Nessuno scardinamento del nostro ordinamento né Far West, nessuna cancellazione dei processi o giustizia 'fai da te' ma tuteliamo i cittadini".