L'inchiesta nei confronti di Salvini sul caso della nave Diciotti va avanti. Il Tribunale dei ministri di Palermo ha dichiarato la propria incompetenza territoriale e ha trasmesso gli atti alla procura di Palermo perché li invii al corrispondente ufficio di Catania. Il fascicolo vede indagato Salvini per sequestro di persona. Immediata la reazione del vicepremier e ministro dell'Interno: “Incredibile, continua l’inchiesta su di me, sarei un sequestratore (rischio 15 anni di carcere) per aver fermato in mare una nave carica di immigrati. Ora l’indagine, partita da Agrigento, passerà da Palermo a Catania... Ma chiudetela qui - conclude Salvini - e lasciatemi lavorare!”. La sezione del Tribunale dei ministri del distretto di Palermo ha dunque concluso i propri lavori dopo quaranta giorni: il 7 settembre il procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Lo Voi, aveva trasmesso il fascicolo al collegio presieduto da Fabio Pilato, comunicando la contestuale iscrizione nel registro degli indagati del ministro dell’Interno per sequestro di persona in relazione al mancato sbarco e al trattenimento dei migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale e tenuti a bordo per dieci giorni sulla nave della Guardia costiera "Diciotti", a cui era stato indicato come 'scalo tecnico' il porto di Catania dove è rimasta ormeggiata per cinque giorni senza che gli stranieri potessero scendere. La sezione del Tribunale dei ministri informa "di aver portato a compimento le proprie attività e di avere rimesso gli atti al procuratore della Repubblica di Palermo per l’ulteriore corso a seguito di declaratoria di incompetenza territoriale". Di fatto, tecnicamente, gli atti dovrebbero essere trasmessi alla Procura di Catania che dovrà poi girarli al Tribunale dei ministri del luogo.