“Rifiuto la definizione di ‘spin doctor’, la verità è che Matteo Salvini è lo spin doctor di se stesso”. Non usa mezzi termini Luca Morisi, social media strategist di Matteo Salvini e speaker della terza giornata di Election Days, il corso di comunicazione politica di Quorum/YouTrend presso la Scuola Holden di Torino. “La forza di Salvini – sostiene Morisi – è il fatto di essere padrone della sua comunicazione. È un campione della disintermediazione ed è un perfezionista assoluto”.
Lo staff di Salvini è finito più di una volta sotto i riflettori della stampa, che ha dipinto la comunicazione del ‘capitano’ come qualcosa di generato automaticamente da un diabolico sistema di algoritmi che minaccia la privacy degli utenti dei social network. “Su questo – afferma Morisi – ho letto delle assolute corbellerie. La ‘Bestia’ è un insieme di software per il lavoro collaborativo, per l’automazione di attività di cross-posting, creazione di grafiche, pubblicizzazione di eventi, monitoraggio di news. Non c’è nessuna attività di “sentiment analysis”, nessun algoritmo che decide in modo automatico cosa debba uscire e cosa no. C’è sempre una valutazione ‘analogica’ fatta da persone in carne ed ossa”.
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Nessun rischio di una comunicazione sempre più disumanizzata dalle nuove tecnologie, quindi? “Alcuni giornali e alcuni presunti 'esperti' di parte hanno creato una storia allarmante in cui si legano oscuri algoritmi, hacker stranieri e altre cose strane: una vera e propria fake news. A decidere gli argomenti da trattare è il nostro ascolto continuo della realtà, e Salvini ha un talento naturale nell’intuire le tendenze nelle opinioni della gente”, è la versione di Morisi.
I canali social del ministro dell’Interno, in particolare Facebook, si sono fatti notare per la loro crescita esponenziale negli ultimi mesi (a giugno, quando ci fu la vicenda della nave Aquarius, in un solo giorno i fan di Salvini su FB aumentarono di 50.000 unità). Ma il segreto di alcune ‘trovate’ deve poco alla tecnologia e agli algoritmi e tanto all’improvvisazione: “Quando Salvini fece la diretta FB dai tetti di Roma sembrò chissà quale mossa diabolica – racconta Morisi – ma la realtà è che dentro quegli uffici il segnale 4G era troppo debole per fare una diretta video, e quindi andammo sul tetto a cercare più segnale”.
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Le accuse però riguardano anche l’utilizzo di ‘bot’ e profili falsi su Twitter. Su questo Morisi è molto netto: “Noi non usiamo bot o profili falsi e non li abbiamo mai usati. Qualche anno fa abbiamo sperimentato un programma con cui gli utenti davano il consenso a retwittare automaticamente dei contenuti di Salvini, ma erano persone in carne ed ossa che accettavano liberamente di farsi ‘portavoce’. E comunque quel programma non lo usiamo più, da gennaio ormai. Ma ne ho sentito davvero tante e sto pensando di querelare qualcuno, perché io non ho mai creato o gestito dei profili falsi per aumentare artatamente l’engagement di Salvini”.
Infine Morisi risponde anche alle accuse di ‘hate speech’: “Noi non facciamo campagne d’odio, noi fotografiamo la realtà. Certo, usiamo tinte forti, ma se si esce per strada ci si rende conto che questi sentimenti sono già tra le persone, non siamo noi a crearli. Anche noi subiamo degli attacchi violenti, Salvini è vittima di una continua campagna di hating, tutti i giorni c’è qualcuno sui social che gli augura la morte pubblicamente”. Nessun rapporto con Putin e la Russia? “Né io né altri dello staff di Salvini abbiamo mai avuto rapporti “tecnologici” con la Russia o col partito di Putin, l’unico evento russo per me è stato accompagnare una volta Salvini in una visita a Mosca per suoi incontri istituzionali da Ministro”.