I consiglieri comunali del Partito Democratico hanno sfiduciato di fatto (chiedendone le dimissioni) la capogruppo Carla Padovani per "quanto di grave e inaccettabile accaduto nel corso del Consiglio comunale di Verona di giovedì 4 ottobre durante la votazione della mozione antiabortista sostenuta dalla Lega e dal Sindaco di Verona". La decisione è stata comunicata attraverso una nota ufficiale dallo stesso Pd. La mozione, primo firmatario il leghista Alberto Zelger e sottoscritta anche dal sindaco di centrodestra Federico Sboarina, era stata approvata giovedì notte, con 21 voti a favore e sei contrari. Nel testo si dichiara Verona "città a favore della vita" e si chiede alla giunta di finanziare associazioni cattoliche per iniziative a sostegno della natalità e promuovere il progetto regionale 'culla segreta'.
"La posizione di adesione alla mozione espressa dalla capogruppo - si legge - è inaccettabile perché tale mozione mistifica principi e risultati della Legge 194, che ha svolto e svolge un ruolo fondamentale nell’emancipazione non solo della donna ma della società italiana intera; tenta in modo strumentale di colpevolizzare la figura della donna riconducendo la dolorosa scelta dell'aborto all'origine del processo di calo demografico del Paese; attacca gratuitamente la credibilità di presidi di salute fondamentali come i consultori e ospedali; bolla come 'uccisioni nascoste' lo scarto di embrioni in uso nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita; strumentalizza la funzione di un consiglio comunale chiamato ad amministrare le risorse pubbliche e non a fare propaganda". "Per tutti questi motivi crediamo che la consigliera Padovani non sia più compatibile con il ruolo di capogruppo di una forza che vuole essere d'alternativa e sconfiggere i beceri populismi, pertanto ne chiediamo formalmente le dimissioni" si legge infine. La nota porta in calce le firme dei consiglieri comunali del Pd Elisa La Paglia, Stefano Vallani e Federico Benini.
"Nel Pd molti condividono la mia posizione"
"È una domanda prematura. Intanto controllerò che quando la mozione diventera' esecutiva i fondi vadano a varie associazioni, non solo a quelle vicine a Zelger e agli integralisti", ha spiegato Padovani in un'intervista al Corriere del Veneto, rispondendo alla domanda se fosse disponibile o meno a rassegnare le proprie dimissioni. "Personalmente - ha aggiunto - ritengo che ci siano valori che non possono essere retaggio di qualche partito. Per quanto mi riguarda la vita va difesa universalmente e non sto a guardare di che 'colore' siano le mozioni che lo fanno. So che nel Pd ci sono molte persone che condividono la mia posizione". Nel corso della giornata, più di un esponente del partito si è detto contrario alle sue dimissioni o a una paventata espulsione.
Per Fioroni sono polemiche "assurde e stucchevoli"
"Parlare di espulsione per la capogruppo del Pd di Verona Padovani mi sembra davvero contrario al dna dello stesso Pd. Siamo un partito plurale, e anche se qualcuno va contro quella che è la linea comune, non può essere colpevolizzato fino all'espulsione", afferma il senatore del Pd Edoardo Patriarca, che aggiunge: "Probabilmente la capogruppo del Pd a Verona non ha riflettuto a sufficienza sul proprio gesto, sul ruolo che rivestiva. Ma ho sempre pensato che siamo un partito che nasce da culture e sensibilità diverse, dunque sulle questioni di coscienza possono esserci orientamenti diversi - conclude - La 194 non è in discussione, ma per favore facciamo in modo che il nostro partito non si ripieghi su se stesso".
"Le polemiche assurde e stucchevoli contro la capogruppo del Pd di Verona sono inaccettabili", afferma in una nota Giuseppe Fioroni esponente popolare del Pd, che aggiunge: "La legge 194 interventi per una maternità e paternità responsabili, che peraltro prevede l'obiezione di coscienza, e' perfettamente compatibile con azioni che incentivano il sostegno alla vita offrendo nel rispetto della piena libertà decisionale della donna, sostegno e aiuto, rappresentando un contributo vero all'autodeterminazione della madre che può liberamente decidere senza essere, in molti casi, pressata dal limite insormontabile del bisogno e necessità", osserva Fioroni che conclude: "Nelle battaglie, perché il figlio non rappresenti un lusso solo per chi può, tutto ciò è assai rilevante. È incomprensibile che nel Pd si ritorni a simili attacchi che ledono la libertà di coscienza e riportano indietro di decenni. I cattolici rappresentano una ricchezza per il Partito democratico e certe dichiarazioni e certi attacchi portati da candidati alla segreteria nazionale ci danno l'idea che qualcuno pensa di vincere il congresso aggiungendo una "s" al Pd, tornando al Pds e costringendo il futuro dei democratici nell'angusto recinto di una datata e perdente sinistra".