Il primo ministro ungherese, Viktor Orbàn, si è concesso una breve passeggiata a Brera, il cuore storico di Milano, prima dell'atteso incontro nella prefettura del capoluogo lombardo con il ministro dell'interno, Matteo Salvini.
Orbàn, atterrato alle 14 all'aeroporto di Linate, si è seduto nel ristorante 'Hosteria della Musica', a due passi dalla Pinacoteca di Brera, dove è arrivato accompagnato da una nutrita scorta in borghese e da un seguito numeroso di assistenti. "Aspetto solo di sedermi per pranzare", ha detto Orbàn all'AGI che gli chiedeva cosa si aspettasse dal vertice del pomeriggio con Salvini.
L'idea è di "non parlare di immigrazione" perché tanto su quel tema Matteo Salvini e Viktor Orbàn sono d'accordo: "Massima protezione delle frontiere esterne". Ma allora cosa c'è nell'agenda dell'incontro ra il ministro dell'Interno e il premier ungherese?
"Parleremo di economia" ha detto Salvini al Corriere, "in Ungheria il made in Italy ha grandi prospettive. E anche sul fronte militare potrebbero arrivare commesse per le nostre aziende". Ma anche del modello Budapest: "Il Pil cresce del 4%, la fiat tax per le imprese è al 9%, l'anno scorso hanno abbassato l'Iva sui prodotti di largo consumo dal 27 al 5% e hanno piani da centinaia di milioni su casa e turismo" dice, "I salari crescono, il debito è sotto controllo: insomma, hanno fatto quello che vogliamo fare noi. Certo, loro sono soltanto 10 milioni...".
L'idea, con Orbàn, è di "lavorare tutti per la costruzione di un'altra Europa. Orbàn è un eroe. Ha indicato Soros come persona non gradita. Facendo il contrario di quello che prescrivono certe ricette, le famiglie e gli operai stanno molto meglio perché l'economia galoppa.
Leader leghista e non ministro
Il Corriere mette anche in evidenza la veste in cui Salvini incontrerà Orbàn: incontro solo ed esclusivamente politico e non istituzionale o governativo hanno specificato dal fronte M5s. Mentre per i leghisti ciò che conta è proprio il fatto che Salvini sia al governo.
Chi è Viktor Orbàn
Cinquantacinque anni, primo ministro dell'Ungheria dal 2010, nell'aprile 2018 ha ottenuto il terzo mandato consecutivo. Alle elezioni il suo partito, Fidesz, ha ricevuto oltre il 49% dei consensi. Famoso per le sue posizioni nazionaliste e anti-immigrazione, ricorda il Messaggero, fu il primo leader a dire "no" al meccanismo di ricollocamento dei migranti sposando invece l'idea del blocco navale. A lui guarda tutto il gruppo di Visegrad composto inoltre da Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca. Ma è punto di riferimento anche per l'Austria di Sebastian Kurz, che di quel blocco è ormai quinto membro ufficioso. Orban, teorico della 'democrazia illiberale', è divenuto il modello preferito da Steve Bannon, stratega della campagna elettorale di Trump. La sua affermazione deriva anche dall'avere a suo favore larga parte dei media, un risultato ottenuto pompando ricchi finanziamenti alle testate a lui vicine e negandoli a quelle critiche. L'ultima testata a lui ostile ha chiuso lo scorso aprile per motivi economici.
Il difficile rapporto con il Ppe
Ma Orban non ha però nessuna intenzione di mollare il Ppe e comporre con la Lega di Salvini e gli altri partiti nazionalisti, dal Front National alla tedesca Afd, un fronte unico sovranista a Bruxelles. Il leader ungherese non sembra intenzionato a mollare i vantaggi che gli derivano dal partecipare al governo dell'Unione in quota Ppe e per Salvini il problema di dove collocare il prossimo anno i suoi eurodeputati resta, anche se il gruppo dei conservatori corteggia da tempo la Lega.