Luigi Di Maio ha scritto ai suoi per spiegare le ragioni dell'offensiva scatenata contro Autostrade e, in prospettiva, contro le altre concessionarie di strutture strategiche del Paese. E, senza usare mezzi termini, accusa i precedenti governi di aver pagato 'marchette' alla società che gestiva il ponte Morandi, crollato a Genova.
"Per 5 anni dall'opposizione abbiamo combattuto contro i privilegi di Autostrade per l'Italia, che gestivano e gestiscono le nostre autostrade senza gare e con doveri contrattuali ridicoli" premette nella lettera ai suoi, il capo politico di M5s e ministro dello Sviluppo economico. "Non è un caso che i loro contratti siano stati secretati per i vergognosi vantaggi che gli erano stati concessi. Molti dei personaggi politici che hanno permesso tutto questo, oggi o lavorano per Autostrade per l'Italia o sono loro consulenti".
"Uno su tutti - accusa Di Maio - Enrico Letta, ex presidente del Consiglio, passato per il Cda della società che gestisce le autostrade spagnole, comprate dai Benetton con i soldi dei pedaggi degli italiani", sottolinea. "Sono anni che i nostri parlamentari, guidati dal nostro senatore e sottosegretario Andrea Cioffi, ad ogni legge di Bilancio hanno provato a fermare le marchette ai concessionari autostradali. Il crollo del ponte Morandi è figlio di tutti i trattamenti privilegiati e delle marchette fatti ad Autostrade per l'Italia", sottolinea ancora Di Maio. "Il bilancio, per ora, è di 39 morti, con famiglie distrutte, feriti, gente che magari resterà in carrozzella per tutta la vita, oltre 600 sfollati che si vedranno la casa abbattuta. A tutte queste persone dobbiamo delle risposte concrete, non solo il cordoglio", spiega.