Dalla non ingerenza in Libia, alla fiducia nella versione del Cairo sul caso Regeni, passando per la contrarietà alle sanzioni contro la Russia e la possibilità di aprire nuove moschee che rispettino le regole. Sono questi, e non solo, i temi affrontati dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, nella trasmissione "Senza confini" andata in onda sul canale arabo Al Jazeera, che conta su decine di milioni di telespettatori, e condotta dal giornalista Jalal Chahda. Tante domande, tutte molto dirette, a cui Salvini ha risposto, spesso, sviando e ricorrendo a un inusuale linguaggio diplomatico.
Libia
Sulla Libia il ministro Salvini ha confermato la posizione italiana di non interferenza ed equidistanza dalle parti in gioco. "Inviteremo Aguila Saleh (il presidente del Parlamento di Tobruk, ndr) e il generale Haftar", ha dichiarato. "È importante invitare tutti al dialogo e avviare un percorso senza prove di forze. Per questo sono pronto a ospitare tutti e dialogare con tutti". Un invito esteso anche alla Francia "se però mette in primo piano la stabilità del Paese e non il proprio interesse economico".
Il giornalista ha insistito sul ruolo francese in Libia e sulla concorrenza italiana, più volte smentita da Salvini. "La conferenza di Parigi non mi ha dato alcun fastidio, l'Occidente ha finalmente compreso che non può esportare il suo modello politico estero e non può decidere la data delle elezioni di altri Paesi. Non è un caso che la mia prima missione all'estero sia stata in Libia e il nostro impegno va oltre le migrazioni ma si tratta anche di fornire sostegno a cultura, sanità e istruzione".
Regeni e l'Egitto
Il ministro Salvini è stato più volte spronato anche sul rapporto con l'Egitto, in relazione all'omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano scomparso al Cairo il 25 gennaio 2016. "Non si possono annullare i rapporti con l'Egitto in attesa di sviluppi sul caso di Regeni", ha ribadito il vice premier. "C'è un rapporto fondamentale con l'Egitto, c'è sempre stato e ci sarà anche in futuro", ha aggiunto. "Il ministro dell'Interno egiziano e il presidente della Repubblica mi hanno garantito che il lavoro degli inquirenti va avanti e che i responsabili saranno individuati e punti. Io mi fido di quello che mi hanno detto", ha confermato Salvini per rinnovando la "preoccupazione" per i buchi nei video delle telecamere di sorveglianza della stazione delle metropolitana, il luogo dove scomparve Giulio Regeni.
Islam in Italia
E ancora: sulla presenza islamica in Italia, il ministro dell'Interno del governo giallo-verde ha aperto alla possibilità di costruire moschee "ma che rispettino le regole, che siano luogo di pace e che ci sia trasparenza sulle fonti di finanziamento". Garanzie, secondo Salvini, non sempre rispettate in passato. "Ognuno è libero nella sua fede ma le regole vanno rispettate. In passato in tanti luoghi di culto islamici ci sono stati degli eccessi che non vogliamo che accadano più", ha aggiunto Salvini secondo cui "finora non sono state rispettate le regole" anche se ha comunque precisato che "ci sono tanti musulmani non estremisti".
Mosca
Sulla Russia Salvini ha ancora una volta espresso la sua contrarietà alle sanzioni imposte dall'Ue. "I problemi non si risolvono con guerre e sanzioni, il dialogo con Ue, Russia e Usa è fondamentale e Mosca svolge un ruolo importante nella guerra contro il terrorismo", ha ribadito. Il vicepremier ha aggiunto che "non è nell'interesse di nessuno isolare la Russia o rappresentare Putin come nemico del mondo". Al giornalista che gli ha chiesto perché l'Italia non è ricorsa al veto per bloccare le sanzioni, Salvini ha spiegato che "ci sono tanti dossier sul tavolo dell'Ue". "Tendiamo ad arrivare a scelte condivise ma se saremmo costretti, proveremo altri strumenti", ha affermato.
Trump
Pieno appoggio è stato confermato anche alle politiche di Trump. "E' uno che mantiene le sue promesse". Compresa quella del trasferimento dell'ambasciata Usa a Gerusalemme. "Trump ha avuto la forza di mantenere un impegno preso in campagna elettorale, al contrario dei suoi predecessori. Poi sarà la storia a decidere se abbia fatto bene o male", ha dichiarato Salvini. "Visto il successo di Trump con la Corea del Nord - ha aggiunto - è in grado di fare la sua parte per ridurre il conflitto e le sofferenze dei popoli palestinese e israeliano".
Sulle decisioni passate dell'Italia, con il Parlamento che aveva sostenuto lo Stato di Palestina, Salvini ha tagliato corto: "Non penso che tutto quello che sia stato votato e deciso in passato abbia portato dei risultati positivi, quindi penso che bisogna guardare avanti e non credo che la situazione del popolo palestinese sia buona così come quella del popolo israeliano che non vive in pace. Quindi dobbiamo provare qualcosa di diverso dal passato".