Un progetto per mettere in pratica l'ormai abusato detto "aiutiamoli a casa loro": un investimento concreto, ingente, per lo sviluppo dell'economia africana, e insieme il dialogo e la cooperazione con i paesi africani più direttamente coinvolti.
È il nuovo piano migranti che il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha in cantiere: dopo la fase dei porti chiusi e delle navi bloccate al largo si passerà dunque a un progetto strutturale, che coinvolga Tunisia, Marocco e Algeria (Paesi non a caso citati oggi da Salvini come prossime destinazioni di viaggi istituzionali) e soprattutto stanzi un fondo di "almeno 1 miliardo per il sostegno all'economia e al lavoro in quei Paesi. Quello che non ha fatto il Pd in anni di governo lo farà la Lega", ha scandito il ministro a Sky Tg24.
Il piano non sarà il cuore del decreto sicurezza, come spiegato dallo stesso Salvini: "Voglio fare un decreto sicurezza ampio. Rimpatri veloci, riduzione costi 35 euro al giorno, revisione accordi con i Paesi da cui arrivano". A oggi, ha ricordato, "abbiamo accordi con 4 Paesi. Funziona quello con la Tunisia". Non a caso "sono arrivati oggi 135 tunisini con dei barchini a Lampedusa. Sappiano che hanno speso male i soldi e ritorneranno a casa".
La linea dunque è tracciata: fermare gli sbarchi a valle ma soprattutto a monte, creando le condizioni affinché queste persone non siano costrette più a lasciare la propria terra. All'insegna della difesa dei confini, come ribadito da Salvini anche oggi: "Un gruppo di avvocati vuole denunciarmi per 'attentato alla Costituzione'. Incredibile. Continuerò a fare quello che gli italiani mi hanno chiesto: difendere i confini, garantire la sicurezza del Paese, fermare il business dell'immigrazione clandestina".