Che farà Marcello Foa dopo la bocciatura come presidente della Rai rimediata in Commissione di vigilanza stamattina? E cosa farà Matteo Salvini che tanto si era speso per questa nomina: opterà per un nuovo nome (magari quello di Giampaolo Rossi caldeggiato da Giorgia Meloni) ricucendo così anche lo strappo con Forza Italia (a cui Rossi non piace per nulla), oppure terrà il punto invitando Foa a non dimettersi? Il cda convocato per oggi si è aggiornato a domani, in attesa di eventuali sviluppi della trattativa tra Lega e Forza Italia. Ma per il momento è rottura. Berlusconi ribadisce il suo no e suscita la reazione irata di Salvini, con il quale aveva pure avuto in mattinata un colloquio definito "cordiale".
18:00 Salvini attacca Forza Italia per la decisione di bocciare in commissione di Vigilanza la nomina di Marcello Foa a presidente della Rai. E ribadisce la scelta di non fare un passo indietro: “La Lega prende atto - dice il vicepremier in una nota - che Forza Italia ha scelto il Pd per provare a fermare il cambiamento, per la Rai, per il taglio dei vitalizi e per altro ancora. Dispiaciuti, continuiamo sulla via del cambiamento, sicuri che gli italiani e gli elettori del centrodestra (come dimostrano tutti i sondaggi) abbiano le idee chiare”.
17:30 "La scelta dei componenti di Forza Italia della Commissione di Vigilanza, di non votare l'indicazione di Marcello Foa alla Presidenza della Rai è stata assunta dai nostri gruppi parlamentari. Io ne ho preso atto e l'ho naturalmente condivisa", dichiara in una nota Silvio Berlusconi, "il servizio pubblico, per essere tale, non può essere espressione unilaterale di una maggioranza, qualunque essa sia. A questo criterio ci siamo attenuti quando eravamo al governo. Ci aspettiamo che vi si attenga anche l'attuale maggioranza". "È stato anche appurato che la eventuale riproposizione dello stesso nome alla commissione di vigilanza, presenta secondo il parere di autorevoli professionisti problemi giuridici non superabili. Non potrà quindi essere votata dai componenti di Forza Italia", conclude l'ex premier.
15:50 Il Cda Rai ha preso atto del mancata ratifica da parte della commissione di Vigilanza dell'elezione di Marcello Foa a presidente e si è aggiornato a domani. L'orientamento - si apprende in ambienti di viale Mazzini - è quello di vedere gli sviluppi della situazione, ovvero capire se si arrivi ad una ricomposizione del quadro politico nel centrodestra, il che prefigurerebbe poi la possibilità di rinominare Foa e di nuovo andare alla valutazione della Vigilanza. Che a quel punto, in caso di ritrovato accordo tra FI e Lega, potrebbe essere positiva, cioè via libera al presidente indicato dal governo venerdi' scorso.
15:30 "Se ci sarà un'intesa di forze politiche sul nome di Marcello Foa (come presidente Rai ndr) è auspicabile che il nome torni in Commissione di vigilanza; altrimenti sono le forze politiche che siedono in vigilanza che possono trovare un'alternativa". Lo ha affermato il ministro al Lavoro e allo Sviluppo economico Luigi Di Maio, nel corso dell'audizione alla Commissione lavori pubblici del Senato,. Secondo Di Maio, nella vicenda " viene anche fuori un problema generale quello dei parlamentari della forza politica e della volontà dei leader della forza politica: se la forza politica con cui abbiamo sottoscritto il contratto di governo mi dice che il leader di un'altra forza politica è d'accordo su quel nome e i parlamentari di quella commissione esprimono un voto discordante dalla volontà leader, credo che abbiamo un'attenuante". Di Maio ha ribadito che Foa è "un grandissimo giornalista e una personalità indipendente, che non ha tessera di partito e nessuna provenienza di partito"; quindi ha ricordato che la Commissione non ha espresso i 2/3 per eleggerlo presidente. "Ci deve essere un'intesa - ha sottolineato -per riuscire ad arrivare a un nome nella commissione di vigilanza". "Il Governo non puo' ignorare la commissione di vigilanza: se ci sarà un' intesa sul nome di Foa per me è auspicabile che torni in commissione vigilanza se non c'è ,non può tornare. Lo prevede la legge".
Ore 14:30 "La democrazia ha le sue regole e il suo galateo. Sulla nomina di Foa la Lega ha sbagliato metodo, specialmente nei confronti di un'opposizione non pregiudizialmente critica come quella di Forza Italia". Lo dichiara Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato. "Un bagno di umiltà a volte è necessario, per ripartire col confronto su basi di amicizia e collaborazione. La Rai è di tutti gli italiani, non di una sola parte", osserva.
Ore 13:50 "Il parere che darò sarà quello di riconfermare la fiducia a Marcello Foa per poi finalmente tornare a lavorare e offrire un'informazione a tutti e per tutti, cosa che non sempre la Rai ha fornito in questi anni", ha detto Salvini, nel corso della presentazione a Milano Marittima (Ravenna) della festa della Lega Romagna, "ci sta che su un nome al di sopra di ogni sospetto come quello di Marcello Foa, sbraitino e urlino come aquile quelli della sinistra che ormai, poveretti, hanno perso ogni credibilità ma conto che trattandosi di una persona libera che ha lavorato nell'ambito dell'informazione del centrodestra in Italia, abbia il sostegno di tutto il centrodestra. Mi pare curioso che un movimento come Forza Italia che ha votato persone di diverso genere negli anni passati dica no ad una persona che ha cominciato a lavorare con Indro Montanelli. Penso che Foa sia il massimo che si può ambire come presidente della televisione pubblica".
L'alleanza con i 5 Stelle è "di governo" per le altre scadenze elettorali "la Lega è protagonista del centrodestra. Noi siamo convinti di questo, Berlusconi, con cui ho parlato questa mattina in ospedale, è convinto di questo. Forse c'e' qualcuno in Forza Italia che ha altre ambizioni. Si chiariscono, noi stiamo fermi, non abbiamo fretta", ha aggiunto, "noi ci riteniamo alleati del centrodestra. Noi. Qualcun'altro - ha concluso il leader della Lega - ogni tanto vota con il Pd: una, due, tre volte alla quarta significa che preferisce il Pd a noi. Ognuno è libero di scegliere, poi trarremo le nostre conseguenze".
Ore 12:40 Matteo Salvini si è recato in mattinata all'ospedale San Raffaele di Milano per una visita a Silvio Berlusconi. Secondo quanto riferiscono fonti vicine al segretario leghista l'incontro è stato "cordiale" e i due hanno parlato, in un clima "sereno e pacato", delle questioni politiche in agenda tra cui anche lo strappo di Forza Italia sulla nomina di Marcello Foa alla presidenza della Rai.
Ore 10:28 "Prendo atto con rispetto - ha detto il presidente da un giorno - della decisione della commissione di vigilanza della Rai. Come noto, non ho chiesto alcun incarico nel Consiglio che mi è stato proposto dall'azionista. non posso, pertanto, che mettermi a sua disposizione invitandolo a indicarmi quali siano i passi più opportuni da intraprendere nell'interesse della Rai".
Stamattina la commissione di Vigilanza sulla Rai ha bocciato come noto la nomina del giornalista a presidente del Cda di viale Mazzini, nomina che ieri era stata varata proprio dal Consiglio di amministrazione dell'azienda pubblica. Forza Italia, Pd e Leu non hanno partecipato al voto, non ritirando proprio la scheda per votare (il voto era segreto). A favore di Foa i voti sono stati 22. Per la conferma nell'incarico ne sarebbero serviti 27.
Dunque lo strappo tra Forza Italia e Lega si è consumato, malgrado ancora nella notte fossero filtrate indiscrezioni sul possibile buon esito di una trattativa tra Salvini e Berlusconi. Foa per essere "efficace" doveva ottenere il "parere vincolante" dei due terzi dei componenti della bicamerale, composta da 40 tra deputati e senatori. Si trattava appunto di 27 voti: la maggioranza M5s-Lega, che lo ha indicato, ne aveva solo 21, quindi non sufficienti anche se si sommavano i due di Fratelli d'Italia che ieri, con Giorgia Meloni, aveva sciolto la riserva a favore di Foa. La 'diserzione' dei sei (escludendo il presidente Alberto Barachini) azzurri presenti in commissione ha bloccato la nomina governativa, considerato che anche i sette membri in quota Pd e i due di Liberi e Uguali non hanno partecipato al voto.
L'ipotesi di una presidenza per anzianità
Da fonti vicine al segretario leghista, si apprende che Matteo Salvini avrebbe espresso ieri "sconcerto e stupore" per la posizione di Forza Italia. Salvo poi 'trattare' con Berlusconi fino a stamattina. Oggi pomeriggio si riunisce di nuovo il consiglio di amministrazione, che dovrà prendere atto della bocciatura in Vigilanza di Foa e procedere. O con un nuovo nome. Oppure confermando la scelta: Foa è anche il consigliere più anziano e, secondo una interpretazione del regolamento, può restare in carica anche di fronte a una 'non fiducia' della commissione parlamentare. È questa la strada che imboccherà la maggioranza per difendere Foa?
Aveva detto a Repubblica Gianluigi Paragone, senatore del M5s (capogruppo del Movimento in Vigilanza Rai), giornalista già vicedirettore di Rai2 e noto conduttore di programmi televisivi: "Le regole sono regole. Se la Vigilanza non ratificherà l'elezione di Marcello Foa alla presidenza della Rai, il medesimo Foa - in quanto consigliere anziano - continuerà a presiedere il cda Rai fin tanto che in Vigilanza non si sbloccherà la situazione". Ancora: "Succede in tutti i consigli di amministrazione che la presidenza - in attesa di alcuni passaggi formali - tocchi al consigliere anziano. Non è colpa mia se il più anziano nel cda Rai è proprio Foa. Evidentemente la fortuna aiuta gli audaci".
Un nome, quello di Foa, davvero ancora in corsa dopo la bocciatura parlamentare? "È un nome di altissimo profilo - ha aggiunto Paragone - è stato indicato dal governo ed eletto in cda. Certo, che poi tocchi proprio a lui presiederlo è una coincidenza buffa, ma così dice la legge, e pazienza se c'è qualcuno che non è d'accordo".
Possibile una riapertura del 'negoziato' tra Lega e Forza Italia dopo lo stop di stamattina? "Siamo stati sempre e siamo ancora disponibili al confronto - dicono in una nota le capogruppo di Camera e Senato, Mariastella Gelmini e Anna Maria Brenini - Anche sulla Rai, sul metodo e sui profili più adatti a ricoprire la carica di presidente. Non è con le violazioni delle regole democratiche o con le imposizioni e le forzature che si realizza il cambiamento". Gelmini e Bernini respingono poi l’accusa di lavorare ad un «asse» con il Pd, scrive ancora il Corriere: "L’unico asse di cui siamo profondamente rammaricati è quello che si è creato in violazione della volontà popolare, e nello specifico in violazione dello spirito della legge sulla Rai, tra Lega e M5s. Un asse che al governo sta provocando gravissimi danni al Paese".