Nel nome del cambiamento, una intesa più che cordiale tra il paese leader dell'Occidente e il Paese senza il quale non si può trovare una soluzione ai problemi del Mediterraneo e del Medioriente. Ottenere il sostegno del presidente americano Donald Trump per una "cabina di regia permanente" tra Usa e Italia per il Mediterraneo allargato in chiave di lotta al terrorismo ma anche sul fronte dell'immigrazione, e soprattutto Libia. è uno degli obiettivi che si pone il presidente del consiglio Giuseppe Conte. Ma non solo. Saranno tre, secondo quanto trapela da fonti di Palazzo Chigi, le questioni cruciali che da affrontare nel bilaterale: l'Italia conta sull'appoggio degli USA per la Conferenza sulla Libia che si terrà nel nostro paese - come annunciato dallo stesso Conte un mese fa al vertice Nato - e che può rappresentare un "passaggio cruciale nel processo di messa a punto delle condizioni politiche, legali e di sicurezza indispensabili per lo svolgimento delle prossime elezioni politiche e presidenziali libiche".
Interlocutori privilegiati nella vicenda libica
Sul secondo punto, relativo alla cabina di regia Usa-Italia per il Mediterraneo allargato in chiave di lotta al terrorismo, viene spiegato che con questa cabina di regia - da attuarsi attraverso i reciproci ministeri degli Esteri e della Difesa - l'Italia assumerebbe un ruolo di punto di riferimento, in Europa, per la Libia e di interlocutore privilegiato con gli Usa.
L'idea quindi è che Italia e USA possano insieme farsi promotori e fautori della stabilizzazione del paese nord africano. Infine, la terza questione al centro del faccia a faccia sarà quella relativa agli scambi commerciali e ai dazi: l'obiettivo di Conte è di avere da Trump garanzie che gli interessi delle aziende italiane non vengano toccati, con particolare riferimento ai prodotti dell'agroalimentare. Per questo l'Italia si dichiara "soddisfatta" dell'accordo raggiunto tra Trump e il presidente della commissione europea Junker e ne auspica una rapida attuazione.
"Sono tante le cose che ci uniscono"
La visita del presidente del consiglio a Washington arriva a due mesi dall’insediamento del nuovo governo italiano: Conte considera questo invito, con questa tempistica, un importante segno di attenzione e di amicizia degli Stati Uniti nei confronti dell’Italia e della sua persona.
Il feeling tra i due, scattato il 9 giugno al G7 in Canada, è già stato 'certificatò dal premier, secondo il quale ci sono numerosi aspetti che accomunano il governo italiano da lui presieduto e l’amministrazione Trump. “Sono tante le cose che ci uniscono” é ii mantra di Conte; entrambi - questo il suo ragionamento - rappresentano un'esigenza di cambiamento, oltre alla "comune distanza dall’establishment e la vicinanza con le esigenze e il sentire dei cittadini".
Il premier é arrivato ieri a Washington consapevole, viene sottolineato, del ruolo di “facilitatore” che l’Italia può assumere nei rapporti - non semplici in questa fase - tra Usa ed Europa, e forte del ruolo di leadership che l’amministrazione Trump riconosce all’Italia nel processo di stabilizzazione della Libia.