"Vedo una forte volontà spartitoria. Il carattere unilaterale della proposta per la Rai, che la maggioranza ha concordato solo al proprio interno, mi sembra un pessimo segnale". Così il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, intervistato da La Stampa risponde o meglio dribbla la domanda su Marcello Foa, cioè su come i forzisti voteranno in Commissione di Vigilanza sulla sua nomina a presidente della Rai. Per eleggerlo servono i voti di 27 componenti su 40. M5s e Lega ne hanno solo 21 e il Pd è contrario. Saranno quindi i 7 membri in quota azzurra a decidere i giochi. La capogruppo Fi alla Camera, Mariastella Gelmini, ha detto che il partito "per ora" è contrario, prima di tutto per una questione di metodo. Una posizione che il Cav ribadisce, né può essere altrimenti, dato che non ci si può attendere da lui una critica di merito su quello che è stato finora il blogger di punta del Giornale di famiglia.
Il leader di Forza Italia non si pronuncia infatti sul profilo professionale e politico di Foa, indicato da Lega e M5S, non si pronuncia. Ma, sottolineando il "carattere unilaterale" della proposta avanzata da Salvini, Berlusconi lascia intendere di non essere stato preventivamente consultato dall'alleato (ex?) su un nome che "la maggioranza - precisa - ha concordato solo al proprio interno". Un "pessimo segnale" per il leader di Forza Italia, che potrebbe così preparare il terreno per un clamoroso no a Marcello Foa.
"M5s sessantottini in ritardo"
"Sessantottini in ritardo", "arroganti" e "ignoranti". Così ha definito due giorni fa i Cinque Stelle. Si è pentito di aver consentito a Salvini di farci un governo insieme? "Per la verità non ho mai usato la parola "ignoranti": non appartiene al mio lessico insultare gli avversari sul piano personale. Confermo che sono del tutto inadatti a governare il Paese e che le loro idee sembrano una cattiva riproposizione, con 50 anni di ritardo, della confusa ideologia del '68: sovvertire tutto, per non combinare nulla".
Il governo "mangera' il panettone" o la legge di Stabilità sarà un ostacolo impossibile da superare? "Se lo farà, sarà un panettone molto amaro per gli italiani. L'idea di rimettere in discussione la Tav è una follia contro le imprese italiane, contro le Regioni del Nord, contro la stessa tutela dell'ambiente. C'è di peggio: l'ambiguità del governo sta facendo rialzare la testa ai gruppuscoli violenti di eversori che in Val di Susa aggrediscono la polizia e mettono in pericolo la sicurezza dei lavoratori". Il suo appello a Salvini perché fermi Di Maio è caduto nel vuoto. "Come può la Lega permetterlo? Come può permettere che si approvi un "Decreto Dignità" contro le imprese e contro il lavoro? Se questo è l'inizio, cosa succederà nella legge di stabilità?".