C'è chi l'ha già ribattezzata la "Norimberga degli hater". Formule di comodo a parte, c'è un processo che si svolgerà il prossimo 17 settembre a Savona, che avrà significato simbolico molto importante.
Sul banco degli imputati ci sarà il sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, rinviato a giudizio per essersi augurato su Twitter che uno degli immigrati accusati di uno stupro a Rimini venisse messo ai domiciliari a casa dell'allora presidente della Camera Laura Boldrini, per "mettergli il sorriso".
Nei giorni successivi, Camiciottoli tentò di fare dietro-front e di chiedere scusa alla Boldrini, che però decise di non lasciar cadere la cosa e di denunciare lui ed altri autori di minacce sul web, ora oggetto di una pioggia di rinvii a giudizio.
Laura Boldrini, ora deputata di LeU, muove anche da questa vicenda per ricostruire e interpretare alcuni recenti snodi fondamentali della nostra politica.
Gli hater, è cosa nota, si sono scatenati contro di lei. Sono stati solo 'cani sciolti' o c'era una regia dietro?
"Questa grande ondata di violenza che mi è stata scaricata addosso è stata frutto di una strategia politica, messa in atto sia da M5s sia dalla Lega. Per quanto riguarda M5s, tutto è partito nel 2014, quando Beppe Grillo mise nel suo blog un video che sembrava innocente con una mia sagoma in cartone messa in un taxi, che culminava con la domandina 'che cosa faresti alla Boldrini in macchina?'. Quella domanda scatenò un mare di sconcezze, di volgarità e di minacce ai miei danni. Questo evento viene raccontato anche nel libro 'Supernova" scritto da Nicola Biondo, allora capo della comunicazione di M5s alla Camera. Scrive di aver avuto un colloquio con Casaleggio, nel quale si dissociò da questa operazione a causa della violenza scatenata dalla stessa. Casaleggio gli rispose che avevano sbagliato, ma solo nella misura in cui il Movimento si era reso palesemente artefice dell'iniziativa. Secondo lui, infatti, bisognava testare gli umori della Rete, ma sarebbe stato meglio farlo sottotraccia e non in chiaro come fece Grillo".
Un esperimento sui social, con lei come cavia?
"Non c'è dubbio. Da quel momento la mia persona fu oggetto di attacchi di ogni tipo. In ogni caso mi fa piacere che Biondo si sia dissociato e abbia sentito il bisogno di scriverlo. So che avrebbe voluto inviarmi un biglietto di scuse e che poi ha desitito. Consideri le sue scuse accettate, spero di poterlo incontrare presto".
Gli attacchi rivolti a lei sui social e altrove sono stati una delle prime cose su cui M5s e Lega sono andati, in qualche modo, d'accordo. Pensa di avere involontariamente accelerato l'avvicinamento tra chi ora e' assieme al governo?
"L'accordo tra M5s e Lega è nato sulla Rete prima che in Parlamento, nel momento in cui cominciarono a prendere di mira le stesse persone. Un'alleanza testata sui social, che nasce digitale e diventa politica".
Parliamo di un altro fronte caldo, non lontano da cio' di cui abbiamo appena parlato: quello delle fake news, su cui lei da presidente della Camera si e' spesa molto. Luigi Di Maio, attaccando la direttiva Ue sul copyright, ha detto che questo provvedimento non e' un modo per limitare le fake news, ma un vero e proprio bavaglio alla Rete. Che ne pensa?
"Mi fa molto sorridere che proprio Di Maio gridi al bavaglio contro la Rete, ma non mi stupisce che attacchi l'Ue su questo fronte. L'Ue sta semplicemente cercando di regolamentare alcuni ambiti, tra cui quello di preservare la proprietà intellettuale, che va concepita come un valore aggiunto e come tale va tutelata. Io ho combattuto da subito le fake news, perchè mi rendevo conto di come andassero a colpire i cittadini ignari e in buona fede e fossero dannose e mi sono spesa per far nascere il primo progetto di educazione civica digitale nelle scuole, che è diventato una buona pratica nel mondo".
Una domanda di politica: a che punto siamo con il processo costituente di LeU. Sembra che dopo la sconfitta alle ultime elezioni siate rimasti al palo.
"Io non faccio parte del comitato promotore, quindi non sono l'interlocutore ideale per rispondere a questa domanda. Non ho ruoli direttivi, ma penso che si debba fare un'operazione ampia, coinvolgendo tanti mondi che si sono sentiti tagliati fuori. Proiettare semplicemente i gruppi dirigenti dalle varie componenti su Leu non è abbastanza, perché il Paese ha bisogno di una grande novità politica a sinistra, un'iniziativa più originale".
E col Pd, ora che Renzi non è più al timone, c'è possibilità di sanare la scissione con la sinistra?
"Non penso a una lista che sia la semplice riaggregazione di LeU e del Pd. Mettere insieme due sconfitte non fa una vittoria. Bisogna agire in un altro modo, fare in modo di fermare il fronte antieuropeo con una sfida ambiziosa. Penso che si possa ancora recuperare quella partecipazione che i cittadini dovrebbero avere per questa istituzione. Bisogna cambiare l'Europa per salvare l'Europa. Ci vuole un progetto innovativo aperto che riesca a interessare i tanti che si sono allontanati. Dare la precedenza agli ambiti sociali che non si sono sentiti rappresentati. E' necessaria da parte dei partiti progressisti una scelta generosa e proiettata al futuro. Bisogna dare la precedenza ai temi che le persone sentono in modo prioritario.
Chiudiamo coi vitalizi. La settimana scorsa, quando è passata la delibera Fico, i grillini l'hanno accusata di non aver voluto tagliarli nella scorsa legislatura. Cosa risponde?
"Intanto vediamo cosa succederà. Questa è una semplificazione assurda. Noi decidemmo che il ricalcolo dei vitalizi sarebbe avvenuto attraverso una legge, tant'è che la legge Richetti venne approvata alla Camera e doveva essere approvata al Senato. Dopodiché chi ha strumentalizzato, come Di Battista, ha dimostrato un'estrema rozzezza istituzionale, perché se si decide di andare per via legislativa io non posso autorizzare anche quella dell'ufficio di presidenza. Vorrei ricordare che io nella scorsa legislatura ho fatto tagli per 350 milioni di euro, cosa senza precedenti nella storia repubblicana".