Dopo la richiesta del sequestro delle somme che entreranno nelle casse fino al raggiungimento di 49 milioni, il Carroccio è passato all'attacco. Si attendono le decisioni del Tribunale del riesame di Genova, si fa presente la sentenza arrivata per la 'Nazione Toscana' con la magistratura che ha riconosciuto la terzietà dalla Lega nord ("Dovranno restituirci i soldi sequestrati", dice un deputato), si procederà a querelare chi, questa la tesi, ha infangato l'immagine del partito.
E soprattutto si cerca di valutare qual è 'l'exit strategy' per assicurare la sopravvivenza. C'è la strada della continuità con l'obiettivo di andare alla fine di qualsiasi grado di giudizio per affermare i diritti del partito ma anche sullo sfondo il percorso che porta a staccarsi in maniera definitiva dalla vecchia gestione. Ovvero a rompere qualsiasi cordone con il passato. Cambiando personalità giuridica. Non più Lega Nord per l'Indipendenza della Padania ma semplicemente Lega. Con un nuovo soggetto politico che possa prevedere un congresso fondativo. Ma sempre con lo stesso simbolo presentato alle Politiche e con il nome di Salvini in bella evidenza.
In ogni caso ogni valutazione definitiva sul da farsi verrà presa solo quando sarà chiaro il quadro giuridico. Del resto, soltanto ieri mattina i legali della Lega hanno avuto modo di visionare le motivazioni della sentenza. E ora si tratta di capire se la richiesta del sequestro dei fondi varrà anche per il futuro. I 'big' del Carroccio hanno riscontrato solo un precedente del genere in Europa: in Turchia. Sottolineano ancora una volta che c'è il precedente dell'ex tesoriere della Margherita, Lusi che fu riconosciuto in prima persona colpevole dell'ammanco. Già il due per mille è stato versato su un altro codice.
La contestazione, spiega un parlamentare, riguarda irregolarità per 300 mila euro ma l'obiettivo reale dei giudici, si osserva, è quello di farci scomparire. Ecco perché si chiede un incontro al Capo dello Stato, Sergio Mattarella quando tornerà dal suo viaggio nell'Europa dell'est. "Si tratta di un gravissimo attacco alla democrazia per mettere fuori gioco per via giudiziaria il primo partito italiano", hanno spiegato fonti del partito, "è un attacco alla Costituzione, perchè si nega il diritto a milioni di italiani di essere rappresentati".
L'affondo giudiziario era stato messo in conto ma è la portata della vicenda a preoccupare lo stato maggiore. Si era studiata la strada della fideiussione del patrimonio, ovvero della sede del partito di via Bellerio. "Ma qui - si sfoga un esponente di primo piano del Carroccio - sembra che vogliano semplicemente cancellarci. Per ora abbiamo le mani legate". I parlamentari della Lega, spiega un deputato, versano come contributo volontario circa tremila euro nelle casse del partito. Poi ci sono i soldi del tesseramento. Ogni militante ha pagato 40 euro. "Dobbiamo tutelare la nostra gente. È un processo politico", il 'refrain'.
Al momento non c'è l'intenzione di scendere in piazza per protestare contro la sentenza. Il 'dossier' è nelle mani di Calderoli e Giorgetti, sottolinea un altro esponente del Carroccio, stanno cercando loro di capire cosa si può fare. La strada del nuovo soggetto è una delle ipotesi sul tavolo. "Diamo fastidio", era stato il primo commento del nuovo tesoriere, il deputato Centemero. Poi oggi la decisione di alzare ancora di più i toni. "Quei 49 milioni non sono legati ad alcun reato", la protesta.