"Vi devo fare una confessione, se avessi potuto scrivere da solo le conclusioni, qualche passaggio, lo avrei scritto diversamente". E' in questa frase, pronunciata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, davanti ai giornalisti che lo attendevano fuori dall'hotel di Bruxelles, il senso della lunga maratona negoziale che ha portato all'accordo con gli altri leader europei sui migranti.
"Considerato che si è trattato di una lunga e complessa negoziazione fra 28 Stati, non posso che ritenermi soddisfatto" ha aggiunto Conte e da parte sua Salvini conferma che si è trattato di una vittoria parziale per la posizione italiana. "Mi sembra che si sia portato a casa il 70 per cento di quello richiesto" ha detto il ministro dell'Interno, nel corso del Festival del lavoro.
"Mi fido delle scritte"
Per l'intesa raggiunta al Consiglio europeo "mi fido delle cose scritte, vediamo gli impegni concreti, vediamo che succede" ha aggiunto Salvini a Radio Capital, "la novità è che si è discusso di una proposta italiana, dei nostri bisogni, mentre prima eravamo noi a seguire le proposte degli altri. Il principio fondamentale è la protezione delle frontiere esterne, non lasciare sola l'Italia. L'unico modo di bloccare questo esodo è permettere ai migranti di aver futuro da loro, nelle loro città".
Un testo che conferma il nuovo paradigma europeo della 'difesa' delle frontiere esterne e concede a ciascun Paese un principio da riportare a casa una vittoria da consegnare alle proprie opinioni pubbliche. L'Italia che ottiene qualcosa sulla condivisione e la solidarietà sugli arrivi, "non è piu' sola" dice Conte, Nelle conclusioni del Vertice, faticosamente negoziate nella notte, I leader si dicono "determinati a continuare e rafforzare" l'azione "per prevenire un ritorno ai flussi incontrollati del 2015 e ridurre ulteriormente la migrazione illegale su tutte le rotte esistenti e nuove".
Il nodo della 'base volontaria'
Per il Mediterraneo centrale, "l'UE continuerà a stare dalla parte dell'Italia", dicono i 28. Le conclusioni del Vertice prevedono che "sul territorio dell'Ue chi viene salvato secondo il diritto internazionale debba essere preso in carico sulla base di uno sforzo condiviso, attraverso il trasferimento in centri controllati istituiti in alcuni Stati membri, solo su base volontaria".
Nei centri chiusi dovrebbero essere effettuate in modo rapido e "con il pieno sostegno dell'Ue" le procedure per "distinguere tra migranti irregolari, che saranno rimpatriati, e chi necessita' di protezione internazionale, per cui si applicherà il principio di solidarieta'". In sostanza, la ridistribuzione dei richiedenti asilo tra alcuni Stati membri sarà possibile solo per quei Paesi in prima linea che istituiranno i centri chiusi. Come chiesto dai paesi di Visegrad, la ridistribuzione dei richiedenti asilo si effettueranno "su base volontaria" e "senza pregiudizio per la riforma di Dublino".
Una concessione per l'Italia
In una concessione all'Italia, la riforma dovrebbe "tenere conto delle persone sbarcate dopo operazioni di ricerca e soccorso". Sui movimenti secondari (i migranti che si trasferiscono dai paesi di primo ingresso in altri Stati membri in violazione delle regole di Dublino) il Consiglio ricorda il "rischio" di mandare in crisi Schengen e chiede agli Stati membri di prendere tutte le misure interne necessarie a limitare questi movimenti. Inoltre, come chiesto dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, le conclusioni chiedono agli Stati membri di "cooperare strettamente tra loro" per limitare i movimenti secondari.
Conte conferma uno dei punti su cui si è sciolta la trattativa nella notte dopo l'asse inedito con il presidente francese Emmanuel Macron e aggiunge che l'accordo prevede la possibilità che i Paesi europei possano creare dei centri di accoglienza, "ma solo su base volontaria: i Paesi che vogliono attrezzarsi per farli potranno fare dei centri basati su una gestione collettiva europea. Alla domanda se l'Italia sarà uno dei Paesi che si offre per la creazione di questi centri, Conte risponde che "è una decisione che ci riserveremo di prendere, è una decisione collegiale ma non siamo assolutamente invitati a farlo".
"L'Europa vivrà ancora per lungo tempo la sfida della migrazione, dobbiamo fare fronte a questa sfida restando fedeli a mostri valori. Oggi è una tappa importante perché siamo riusciti a ottenere una soluzione europea e un lavoro di cooperazione", dice Macron. "Molti predicevano un mancato accordo o il trionfo di soluzioni nazionali, questa sera abbiamo trovato soluzioni europee", aggiunge. Più cauta Angela Merkel secondo cui "dopo un'intensa discussione sul tema più difficile per l'Unione Europea, cioè le migrazioni, il fatto di aver concordato un testo comune è un buon segnale", ma "abbiamo ancora molto lavoro da fare per superare le divisioni".