Giulia Bongiorno, ministro della Pubblica amministrazione, intervenendo all'Internet day organizzato da Agi e Censis alla Camera, promette che seguirà da vicino il cambiamento digitale del Paese, ma avverte che questo dovrà tenere conto di tre linee guida fondamentali: la ragionevolezza, l'inclusione e la credibilità.
La digitalizzazione della Pa deve essere ragionevole, spiega, perché dove tenere conto delle tante realtà del Paese: "Deve includere sia il grande ministero che il comune che si trova sul cucuzzolo di una montagna. Una digitalizzazione omogenea non terrebbe conto di tante peculiarità, di tante realtà diversissime tra loro che richiedono un trattamento non uguale".
Da ministro assicura: "Ascolterò tutti per cercare di aiutare tutti in Consiglio dei ministri, ma serve lo sforzo di arrivare anche alle realtà più arretrate dove non è detto che ci sia sempre un approccio aperto e moderno" alle novità. Bongiorno si dice favorevole a nuovi investimenti per la formazione a patto che questa sia "accessibile a tutti" anche a chi non ha una formazione di base, perché spesso, sottolinea, "i corsi partono da un livello troppo alto" e spesso "si usa un linguaggio che allontana le persone".
Il mondo digitale "viaggia a una velocità supersonica, ma anche io vorrei essere inclusa, anche se ho una laurea in giurisprudenza e se ho più di 50 anni". Il terzo punto è la credibilità. "Diciamoci quali sono i programmi, i tempi, dove possiamo arrivare e cosa ci serve senza fare ipotesi impossibili. La comunicazione può trasformare in flop un fenomeno che non lo è. Preferisco dire che non promettiamo niente ma che la rivoluzione è in atto perché ci stiamo muovendo. Chiederò un programma che abbia questi tre principi. Le persone e le idee ci sono - conclude - possiamo fare di più, ci vuole l'intelligenza di capire che i tempi non possono essere immediati".