Giuseppe Conte può cantare vittoria: la cancelliera tedesca Angela Merkel ha fatto marcia indietro sulla bozza di documento per il pre vertice sui migranti che si terrà domenica a Bruxelles,. Un summit ristretto al quale parteciperanno Francia, Germania, Spagna, Grecia, Malta, Austria e Italia, più le alte istituzioni Europee rappresentate da Presidente della Commissione e Presidente del Consiglio Europeo, ricorda la Stampa.
"Ho appena ricevuto una telefonata dalla Cancelliera Angela Merkel, preoccupata della possibilità che io non partecipassi al pre vertice di domenica a Bruxelles sul tema immigrazione. Le ho confermato che per me sarebbe stato inaccettabile partecipare a questo vertice con un testo già preconfezionato. La Cancelliera ha chiarito che c'è stato un 'misunderstanding': la bozza di testo diffusa verrà accantonata".
Una svolta accolta come una vittoria anche da Matteo Salvini, per il quale la linea dura tenuta dall'Italia comincia a dare i suoi frutti. Il ministro dell'Interno segnala come un sia "importante che la premier tedesca chiami il premier italiano perché fino a un po' di tempo fa ci davano per scontati, ci mandavano una mail a cose avvenute. Finalmente a Berlino qualcuno si è accorto che esiste anche l'Italia". Un entusiasmo che offre a Salvini la possibilità di confermare "piena fiducia nel premier Conte", rispondendo così alle ricostruzioni apparse sui media che descrivono un progressivo raffreddamento nei rapporti tra la componente leghista del governo e il presidente del Consiglio.
Anche per l'altra componente l'accantonamento della bozza é la prova che qualcosa sta cambiando in Europa e che l'Italia sta acquisendo un maggior peso sulle decisioni che deve prendere Bruxelles: "Finalmente vedo un'Italia rispettata in Europa e nel mondo - twitta Luigi Di Maio -, continui così presidente Giuseppe Conte!".
La marcia indietro della Germania sul "testo precompilato, è segno di rispetto per un Paese che in passato ha abbassato troppo la testa" ha poi aggiunto il ministro dello Sviluppo Economico: "Il problema non erano i capi di Stato degli altri paesi, ma i politici italiani che li avevano abituati bene. L'atteggiamento è tutto". Palazzo Chigi si continua a limare la proposta italiana sulla gestione dei flussi di migranti. L'Italia è pronta a disdettare il regolamento di Dublino per quanto riguarda i confini marittimi. Continuerà ad applicarlo per quanto riguarda i confini terrestri, con la Francia, l'Austria, la Slovenia, per esempio, ma è pronta a tirarsi indietro dalle regole europee per tutti coloro che verranno salvati in mare, grazie ad operazioni Sar (search and rescue). E' questo il nucleo della proposta di Roma ai partner europei.
Protesta il gruppo Visegrad, scrive Repubblica: Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia fanno infatti sapere che diserteranno il vertice: "si vuole riproporre una soluzione che abbiamo già respinto", fanno sapere. Il riferimento è con ogni probabilità al meccanismo dei ricollocamenti obbligatori, la distribuzione dei migranti in base a quote tra tutti gli Stati dell'Unione. Nel confronto sui contenuti del documento da portare al Consiglio di fine giugno, si innesta però il duro scontro tra il presidente francese, Emmanuele Macron, e il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. In una intervista a Le Figaro, riporta il Corriere, l'inquilino dell'Eliseo ha definito "lebbra d'Europa" i populisti.
Parole che hanno provocato la dura reazione, prima di Luigi Di Maio: "La vera lebbra è l'ipocrisia di chi respinge gli immigrati a Ventimiglia e vuole farci la morale sul diritto sacrosanto di chiedere una equa ripartizione dei migranti. La solidarietà o è europea o non è". Poi lo stesso Salvini: "Gli insulti dei chiacchieroni Macron e Saviano non mi toccano, mi fanno forza. Mentre loro parlano, io oggi sto lavorando per bloccare il traffico di clandestini nel Mediterraneo e per restituire agli Italiani le ville sequestrate ai mafiosi. C'è chi parla, c'è chi fa. Bacioni".