Nella proverbiale "analisi della sconfitta" di un Pd ancora tramortito dalla batosta del 4 marzo e lacerato dalle divisioni interne, irrompe energico il fotografo Oliviero Toscani che, dopo una serie di accesi attacchi alla linea dura sull'immigrazione del neo ministro dell'Interno Matteo Salvini (con una nuova campagna ad hoc per la Benetton dove i nuovi "united colors" sono quelli dei migranti), decide di scendere in campo e di iscriversi al Pd, per partecipare alla "resistenza" contro l'ondata grillo-leghista.
Affinità e divergenze tra il compagno Calenda e lui
È l'autore delle celebre campagne pubblicitarie di Benetton il nuovo "papa straniero" della sinistra? Nella politica italiana tutto è possibile. Quel che è invece impossibile è evitare parallelismi con il blitz con il quale, due giorni dopo il voto, l'ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda si iscrisse al partito del Nazareno, agitato dal verdetto delle urne e dalle "dimissioni post-datate" di Matteo Renzi. Non per rincorrere ambizioni personali o dar vita a un'altra formazione ma per risvegliare un Pd che rischiava, e rischia, di finire ai margini dell'arena, anche in virtù delle sue scelte "aventiniane". In fondo Toscani non si sta proponendo la stessa cosa?
I parallelismi con Calenda non finiscono qua. Entrambi hanno un profilo da 'outsider' e entrambi sono molto attivi sui social network. È infatti a Calenda che Toscani si rivolge in un altro tweet, sfoderando la tessera nuova di zecca e chiamandolo "compagno", forse con un po' di ironia, data l'estraneità di Calenda alla tradizione post-comunista.
"Un grande manifesto di resistenza"
In contrasto con l'aplomb di un Gentiloni o di un Martina, Toscani - che è un privato cittadino e può permetterselo - ci va giù duro e usa riferimenti molto espliciti. I leghisti sono paragonati senza mezzi termini ai nazisti.
Contro i quali andrebbe organizzata, pertanto, una vera e propria "resistenza". Ai microfoni di 'La Zanzara', dove gli intervistati notoriamente si lasciano andare, Toscani non esclude ci possa volere "una nuova lotta armata". Ma se i capi dell'antifascismo dovevano muoversi nell'esilio e nella clandestinità, con l'Ovra che li spiava e i sicari del Reich alle calcagna, la nuova resistenza, per ora, prende forma alla luce dei social network. E l'arruolamento avviene su Twitter.
Gli interpellati replicano.
Renzi non viene citato. E non sembra un caso
La prima cosa che salta all'occhio è che, tra le varie figure citate, manca il nome di Matteo Renzi. In un'intervista che verrà pubblicata domani, Toscani ci spiegherà che l'invito è rivolto anche a lui. I follower non possono però non domandarsi perché quello dell'ex segretario non sia tra i primi nomi che gli siano venuti in mente. Lo considera forse l'unico responsabile della debacle? I simpatizzanti del politico fiorentino non possono che porsi il problema. Anche perché, in passato, Toscani ha attaccato spesso Renzi, definendolo l'incarnazione della "mediocrità italiana" e invitandolo ad andare "fuori dai coglioni".
Un'iniziativa controproducente?
Possiamo parlare di un ulteriore passo avanti nella disintermediazione della politica, come nel caso di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che si rivolgono agli elettori direttamente sui social, abbattendo ogni distanza? Si tratta di un caso ben diverso. Toscani si rivolge a parte della leadership di una coalizione. E il rischio è che l'iniziativa possa far apparire il centrosinistra ancora più distante da quei ceti popolari che lo hanno abbandonato in massa per votare M5s e Lega, percependolo come il partito delle élite, dei pochi contro i molti. Una distanza che una foto firmata Toscani per un "grande manifesto della resistenza" potrebbe allargare ulteriormente. Il messaggio contenuto in alcune risposte è molto chiaro. E non arrivano certo tutte da sostenitori di partiti avversari.