Al ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli il bonus cultura non piace, non ne comprende l'utilità. In un'intervista al Corriere della Sera ha espresso dubbi sul bonus di 500 euro per i giovani. "In alcuni casi - dice il ministro nell'intervista, parlando dei fondi ottenuti dal suo predecessore Dario Franceschini - era meglio spendere diversamente i soldi. Penso alla 18 App, i 500 euro in buoni da far spendere ai diciottenni. Vale 200 milioni... Meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe".
Parole che hanno suscitato la replica della deputata Pd Anna Ascani: "Il ministro Bonisoli - dichiara Ascani - persevera in un atteggiamento irresponsabile e svilente nei confronti di 18App, ma soprattutto dei nostri giovani. È delirante arrivare a dire che sarebbe più educativa per un ragazzo la rinuncia a un paio di scarpe per permettersi i consumi di cultura che avere 18App. Come se tutti i ragazzi in questo paese potessero permettersi i consumi culturali, come se non fosse responsabilità pubblica educare alla cultura. Il sospetto è che il ministro Bonisoli cerchi goffamente un motivo qualsiasi per tagliare i fondi a 18App, visto che il suo partito ha promesso ingenti tagli delle tasse fortemente classisti. Bonisoli e la Lega abbiano il coraggio di dire questo, invece che sperticarsi in penose lezioni paternalistiche su come si educherebbero i ragazzi alla cultura. Sul mantenimento di 18App, ovviamente, il Partito Democratico darà battaglia insieme al mondo della cultura e ai tanti ragazzi e ragazze che per la prima volta hanno visto un governo scommettere su di loro. E che ora dovrebbero pagare il costo delle promesse irrealizzabili della coppia Salvini-Di Maio".
Durissimo anche il capogruppo dei senatori dem Andrea Marcucci che affida a Twitter il suo commento.
Cos'è il bonus cultura
Il bonus consiste in 500 euro da spendere in “cultura”, cioè biglietti per assistere a rappresentazioni teatrali, cinematografiche, spettacoli dal vivo, per libri, ingresso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali. È stato introdotto dalla Legge di Stabilità 2016 (art. 1 comma 979) per tutti i ragazzi nati nel 1998, che sarebbero divenuti quindi maggiorenni nel corso del 2016, residenti in Italia (se stranieri, con regolare permesso di soggiorno). Per loro il bonus è stato spendibile fino al 31 dicembre 2017, ma per riceverlo dovevano iscriversi sulla apposita piattaforma “18App” entro il 30 giugno dello scorso anno.
La Legge di Bilancio 2017 (art. 1 comma 626) ha confermato il bonus per i diciottenni, che può quindi essere sfruttato anche dai ragazzi del ’99, che hanno compiuto 18 anni nel 2017. La richiesta poteva essere presentata a partire dal 19 settembre scorso e fino al 30 giugno 2018. Il bonus, potrà essere speso fino al 31 dicembre 2018. A differenza dei ragazzi del ’98, i nati nel ’99 potranno usare il bonus anche per acquistare “musica registrata, nonché corsi di musica, di teatro o di lingua straniera”.
Cosa si può acquistare col bonus:
- biglietti teatrali;
- biglietti per visioni cinematografiche;
- biglietti per visitare musei e mostre;
- biglietti per partecipare ad “eventi culturali” (come per esempio il Salone del Libro o il Festival di Venezia);
- biglietti per visite ai monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali;
- biglietti per “spettacoli dal vivo” (concerti, spettacoli circensi, ecc.) ;
- acquisti di libri;
- acquisti di testi scolastici (anche nella versione ebook);
- l’acquisto di musica registrata;
- la frequenza a corsi di musica;
- la frequenza a corsi di teatro
- la frequenza a corsi di lingua straniera.
Per la classe 1998 non ha funzionato bene
Secondo il precedente governo, i nati nel 1998 che si iscrissero entro il 30 giugno 2017 alla piattaforma 18App per usufruire del bonus furono 351.522. Pochi. Un’infografica diffusa allora su Twitter da 18App mostrò infatti che questi 351.522 sono appena il 61% dei 574.953 ragazzi che avrebbero avuto diritto di iscriversi. Un’inchiesta di Repubblica dimostrò anche che le risorse stanziate inizialmente – 290 milioni di euro (art. 1 comma 980 Legge di Stabilità 2016) – sono state utilizzate solo in parte, con quasi 115 milioni avanzati. Il totale dei soldi spesi dai nati nel ‘98, a settembre 2017, ammontavano a 86,3 milioni di euro circa. Al 30 di giugno di un anno fa erano poco meno di 67 milioni.
Al 30 novembre 2017, invece, circa 600 mila ragazzi nati nel 1998 e nel 1999 avevano speso oltre 163 milioni di euro per acquistare libri, musica e biglietti per l’ingresso a concerti, cinema, teatro, eventi culturali e musei. Gli acquisti, secondo i dati diffusi allora dal ministero dei Beni culturali, sono avvenuti nel 54% dei casi sulle piattaforme online e per il 46% direttamente nei circa 4.000 esercizi commerciali accreditati. Il confronto tra le prime 10 settimane delle due edizioni evidenziò a detta del ministero una maggiore dimestichezza dei ragazzi e degli esercenti con lo strumento: aumentano dell’8% le registrazioni, con 16.878 neo maggiorenni in più a completare le procedure di accreditamento, e si raddoppia la spesa, che cresce del +97% con un incremento di oltre 15,4 milioni di euro. Franceschini parlò di “ottimi risultati che giustificano la conferma della misura nella legge di bilancio 2018 all’esame del Parlamento”.
Misura a rischio
“I numeri – ha affermato Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia (la dichiarazione è riportata da Skuola.net) – dicono che quasi 800 mila ragazzi hanno speso ad oggi oltre 260 milioni di euro, tra libri, musica, concerti, cinema, musei, teatri, eventi culturali e altro. Per un Paese che, secondo i dati ISTAT, è molto indietro sul piano dei consumi culturali e dei prodotti creativi, ci sembra un segnale incoraggiante, perché oltre alle necessarie politiche di incentivazione dell’offerta, è fondamentale una progettualità di sostegno alla domanda”.
Ve li ricordate i 550€ di @matteorenzi del #bonuscultura per i 18 enni? beh il nuovo super ministro li ha aboliti. Che bravi sti #5stelle eh? Altro che reddito, tolgo persino le elemosine...
— Il Fango Quotidiano (@QuotidianoFango) 16 giugno 2018
Nei prossimi giorni si capirà di più sulle reali intenzioni del ministro Bonisoli, così come sulla eventuale estensione della misura al prossimo anno. Con l’ultima legge di bilancio l’operazione è stata riproposta, questa volta per due anni: il 2018 e il 2019 (per entrambi gli anni lo stanziamento è stato di 290 milioni). Il problema, sottolinea il Sole 24 Ore, è che mentre nel 2016 e 2017 c’era una norma che espressamente prevedeva l’introduzione (o l’estensione) del bonus, questa volta quella disposizione non c’è. "Se ne sono accorti al Consiglio di Stato quando hanno esaminato il decreto che Palazzo Chigi ha messo a punto per regolamentare (così come aveva fatto le due volte precedenti) la gestione del beneficio". I giudici amministrativi in sostanza non ravvisano "la sussistenza della fonte normativa primaria che preveda, non mediante la mera conferma della dotazione finanziaria, l’espressa applicazione del beneficio anche ai giovani che compiono diciotto anni nel 2018 e nel 2019".