Se l’interpretazione data dai quotidiani del vertice di ieri tra Macron e Conte è che qualcuno all’Eliseo cerca l’isolamento di Salvini, il leader leghista in persona rilancia e tira diritto sul tema degli immigrati che non dovranno più esserlo. Perché lui, alle navi delle Ong, i porti continuerà a tenerli chiusi e pazienza se qualcuno non ci sta.
L’Eliseo alza il tiro
Scrive ad esempio La Repubblica che Macron, ieri, è stato molto esplicito, fino a mettere “alle strette il premier italiano. Il leader francese fa diverse aperture a Giuseppe Conte ma ribadisce anche i paletti da cui la relazione tra Francia e Italia può ripartire. Pur imperfetto, spiega Macron, il gioco europeo è il solo che permette di trovare soluzioni al problema dell’immigrazione che, per definizione, non si risolve con misure solo nazionali. In un momento in cui l’Europa si divide, persino la coalizione tedesca vacilla, Macron alza il tiro”.
L’alternativa, spiega Il Corriere della Sera, è che “vinca la linea di Matteo Salvini ammiratore dell’Ungheria di Viktor Orbán, che gli equilibri europei si spostino verso il gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia), e che prenda davvero forma quell’asse dei volenterosi tra il ministro Salvini, il tedesco Seehofer e il cancelliere austriaco Kurtz, che Macron liquida così:
“Asse? Una formula che nella storia non ha mai portato fortuna”. Insomma, “Macron cerca così di ridimensionare Salvini in Italia e il ministro Horst Seehofer che in Germania sta mettendo in difficoltà la cancelliera Merkel”.
Alza il tiro anche Salvini
Dopo la lettura dei quotidiani, il ministro dell’interno reagisce rilanciando su Facebook. "Mentre la nave della Ong Aquarius naviga verso la Spagna (arrivo previsto domani mattina) altre due navi di Ong con bandiera dell’Olanda (Lifeline e Seefuchs) sono arrivate al largo delle coste della Libia, in attesa del loro carico di esseri umani abbandonati dagli scafisti”, scrive.
Segue l’avvertimento: “Sappiano questi signori che l’Italia non vuole più essere complice del business dell’immigrazione clandestina, e quindi dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi”.
"Da ministro e da papà - conclude - possono attaccarmi e minacciarmi quanto vogliono, ma io non mollo e lo faccio per il bene di tutti".
Botta e risposta con le Ong
"Quando i fascisti ci fanno pubblicità” scrive poco dopo in un tweet la Ong Lifeline. Successivamente la Ong tedesca corregge il tiro, cancellando il post e twittando: ""No, Matteo Salvini naturalmente non è un fascista. Ci è scivolato il mouse".
Per Salvini, comunque, è buona la prima. "La nave Ong Lifeline commenta: 'Quando i fascisti ci fanno pubblicità...'. Roba da matti. A casa nostra comandiamo noi, la pacchia è STRA-FINITA, chiaro? Insulti e minacce non ci fermano", replica.
Il Cardinale chiede il rispetto dell’ecologia. Quella linguistica
Nel frattempo c’è chi chiede al cardinal Gianfranco Ravasi, dileggiato nei giorni scorsi sulla Rete per aver spezzato una lancia in favore dei migranti dell’Aquarius, un commento sui toni usati da Matteo Salvini in queste circostanze.
"Penso che noi tutti dobbiamo avere una sorta di purificazione della nostra grammatica comunicativa”, risponde lui sublime, "Uno dei problemi fondamentali di tutta la civiltà contemporanea è proprio la necessità di una sorta di ecologia linguistica. La comunicazione informatica purtroppo ha fatto si che sulle bacheche informatiche certe parole diventassero persino aggressive.
Questa è la caratteristica di una società che vive nell'infosfera la quale nasconde tante volte anche i volti e fa si che le eco di alcune parole diventino poi alla fine esasperate".