La cena con Luca Parnasi e Luca Lanzalone? “Era un aperitivo… un bicchiere di vino e qualche fetta di salame”. Giancarlo Giorgetti, la ‘mente politica del Carroccio’, finito tra politici vicini ai due personaggi coinvolti nell’inchiesta sulla costruzione del nuovo stadio della Roma (Parnasi, costruttore, in carcere, Lanzalone, ex presidente di Acea, ai domiciliari), in un’intervista a Il Fatto Quotidiano racconta la sua versione dei fatti. Paranasi si vantava di aver fatto il governo a quella ‘cena’.
"Parnasi mi disse che mi doveva presentare una persona, un contatto che mi poteva tornare utile. [Lanzalone] ha lasciato intendere che fosse stato l’avvocato di Grillo".
Giorgetti dice di non sapere quanti soldi Parnasi ha versato alla Lega (250 mila euro, secondo il Fatto) e che la frase di Parnasi che avanzava l’ipotesi di Lanzalone premier è solo un suo “delirio di onnipotenza”. Ma conferma di conoscere Parnasi da 15 anni: "a Roma eravamo vicini di casa".
“Parnasi diceva: ‘Voi mi piacete, vorrei aiutarvi in qualche iniziativa’. Gli ho detto che ne doveva parlare con l’amministratore del partito, Giulio Centemero. Ho scoperto adesso di questa associazione di cui faccio parte. Centemero mi ha detto che è stato fatto tutto in modo regolare.
Tutto quello che è riconducibile ai partiti dovrebbe essere messo in evidenza. Ma se un’associazione ha una personalità giuridica diversa e non appartiene al partito, non può essere tout court ricondotta al partito stesso.
"Non abbiamo fatto niente di male, non vedo perché dovremmo (ridare i soldi indietro a Parnasi). Non arrivano da un’attività illecita. E noi con lo stadio della Roma non c’entriamo niente. […] Sapevamo perfettamente che nel momento in cui si andava al governo, qualche azione di questo tipo sarebbe arrivata. […] Un aperitivo diventa quello che ha costruito il nuovo governo… Questo governo l’hanno voluto più che altro le opposizioni. Fosse stato per la Lega andavamo a votare a luglio e passavamo all’incasso".