Il clima che ha accompagnato la nascita del governo "giallo-blu" di M5s e Lega è stato avvelenato da numerose polemiche, non sempre basate sui fatti. È stato ad esempio vittima di un fraintendimento il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, le cui parole sugli italiani che dovrebbero "lavorare di più ed essere meno corrotti" erano state mal riportate. Parzialmente fraintese ma comunque incaute, invece, quelle del commissario Ue al Bilancio, il tedesco Guenther Oettinger, sui "mercati che avrebbero insegnato agli italiani a non votare i populisti". Decisamente meno scusabili invece i violenti attacchi della stampa tedesca o le parole del deputato della Csu bavarese, Markus Ferber, secondo il quale, in caso di default, bisognerebbe "invadere Roma". Il risultato è stato un esacerbarsi delle tensioni tra Roma e, in particolare, Berlino, in allarme per le posizioni anti-tedesche espresse di Paolo Savona, ministro dell'Economia in pectore poi dirottato agli Affari Europei. A stemperarle ci stanno provando i vertici delle istituzioni Ue. Ieri lo stesso Juncker, che ha invitato a "non dare lezioni all'Italia". Oggi il commissario agli Affari Economici, il francese Pierre Moscovici, che, ospite della trasmissione "In mezz'ora" ha dichiarato che "non c'è nessuna linea rossa" imposta da Bruxelles a Roma e ha esortato il nuovo esecutivo a guardare alla Ue "come un partner e non come un avversario". Questi i passaggi salienti del suo intervento.
"Le decisioni si prendono a Roma, non a Bruxelles"
"Soddisfatto che Italia abbia un Governo. Mi aspetto di lavorare presto con Tria. Le decisioni si prendono a Roma non a Bruxelles o sui mercati". "Non conosco Tria", ha detto riferendosi al nuovo ministro dell'Economia, "l'unico ministro che conosco è Moavero. Il ministro delle Finanze è Tria, mi aspetto di dialogare con lui per il bene dell'Europa". E il controverso Paolo Savona? "Non commento. Conosco la politica italiana come cittadino non italiano. So solo che la proposta di Savona come ministro delle Finanze ha provocato il rifiuto del presidente Mattarella. Ora non è più ministro delle Finanze. Non voglio speculare".
"Valutiamo gli atti, non i programmi"
"Tra 3 mesi il Governo presenterà la manovra e io potrò dire 'questo è compatibile, questo è più problematico'. Noi rispettiamo la democrazia italiana. Valuteremo sulla base degli atti e non dei programmi, prenderemo le decisioni insieme". C'è un'economia italiana con una ripresa moderata, ci sono delle diseguaglianze, i giovani e il Sud che hanno bisogno di attenzioni particolari. So anche che il debito pubblico italiano sta diminuendo, anche se con moderazione. Probabilmente bisogna essere attenti su questo, c'è anche il problema dell'occupazione: c'è una situazione economica sulla quale bisogna riflettere anche se è in condizioni critiche, bisogna agire".
"Nessuna linea rossa"
Il dialogo può essere vigoroso ma siamo rispettosi delle divergenze. Bruxelles non è un avversario ma un partner con il quale dialogare, con lo stesso rispetto che Bruxelles deve al governo italiano. Nessuna linea rossa al nuovo Governo. Il messaggio che voglio dare oggi è quello di benvenuto al nuovo Governo italiano collaborando su fatti non sulle intenzioni. So bene che questo governo sarà diverso dagli altri. Non ho linee rosse. Rifiuto qualsiasi idea che Bruxelles imponga qualcosa a Roma. Il destino degli italiani appartiene agli italiani".
"Sull'immigrazione servono soluzioni comuni"
"Salvini da domani sarà il segretario del suo partito ma sarà anche un ministro e dovrà cercare soluzioni comuni con i suoi partner. Dobbiamo essere consapevoli che i fenomeni migratori necessitano una risposta comune. Possiamo rispondere tutti insieme alle sfide migratorie. L'integrazione può riuscire. Dobbiamo creare insieme una risposta accogliente umana e umanista perché noi siamo società aperte ma dobbiamo essere anche protettrici. Ci sono quelli che devono essere accolti e integrati e quelli che non hanno il loro posto nel nostro continente ma anche questo deve essere oggetto di risposte umane. Anche questo dobbiamo farlo insieme. Ci sono differenze di approccio e sensibilità che esistono, non possiamo negarlo. Ma dobbiamo cercare una soluzione comune perché senza soluzione comune non c'é nessuna soluzione. Dobbiamo essere consapevoli che le risposte puramente nazionali su questo fenomeno non esistono. L'Italia ha sentito la mancata solidarietà dei partner nella crisi migratoria".