Articolo aggiornato alle 23,00 del 9 maggio 2018.
In serata è arrivato il via libera di Silvio Berlusconi. "Il Paese da mesi attende un governo. Continuo a credere che la soluzione della crisi più naturale, più logica, più coerente con il mandato degli elettori sarebbe quella di un governo di centrodestra, la coalizione che ha prevalso nelle elezioni, guidato da un esponente indicato dalla Lega, governo che avrebbe certamente trovato in Parlamento i voti necessari per governare. Questa strada non è stata considerata praticabile dal Capo dello Stato. Ne prendo atto".
Ma quella dell'ex Cavaliere è evidentemente un lasciapassare a Matteo Salvini per trattare con Luigi Di Maio i dettagli di un governo tra i due vincitori delle elezioni, Lega e Movimento 5 Stelle. Le parole di Berlusconi in una nota:
"Da parte nostra non abbiamo posto e non poniamo veti a nessuno, ma - di fronte alle prospettive che si delineano - non possiamo dare oggi il nostro consenso ad un governo che comprenda il Movimento Cinque Stelle, che ha dimostrato anche in queste settimane di non avere la maturità politica per assumersi questa responsabilità".
"Per quanto ci riguarda non è mai neppure cominciata una trattativa, né di tipo politico, né tantomeno su persone o su incarichi da attribuire"."Se però un'altra forza politica della coalizione di centrodestra ritiene di assumersi la responsabilità di creare un governo con i cinquestelle, prendiamo atto con rispetto della scelta. Non sta certo a noi porre veti o pregiudiziali","In questo caso non potremo certamente votare la fiducia, ma valuteremo in modo sereno e senza pregiudizi l'operato del governo che eventualmente nascerà, sostenendo lealmente, come abbiamo sempre fatto, i provvedimenti che siano in linea con il programma del centrodestra e che riterremo utili per gli italiani""Se questo governo non potesse nascere, nessuno potrà usarci come alibi di fronte all'incapacità - o all'impossibilità oggettiva - di trovare accordi fra forze politiche molto diverse. Di più a noi non si può chiedere, anche in nome degli impegni che abbiamo preso con gli elettori. Tutto ciò non segna la fine dell'alleanza di centrodestra: rimangono le tante collaborazioni nei governi regionali e locali, rimane una storia comune, rimane il comune impegno preso con gli elettori. Continuiamo a lavorare per tornare a vincere, ma soprattutto perché torni a vincere l'Italia".
La scelta di Mattarella di concedere tempo ha pagato
Una proroga, breve, per l’estremo tentativo di scongiurare nell’ordine: un governo “terzo” e un voto d'estate i cui esiti sarebbero meno scontati di quanto non si possa immaginare. Sergio Mattarella la concede su richiesta di Luigi di Maio e Matteo Salvini, i due giovani protagonisti di questa fase della vicenda politica, mantenendo la mezza promessa che aveva fatto filtrare ieri sera, sul tardi. Quella, cioè, che di fronte alla possibilità che alla fine un accordo arrivi, un altro giorno non lo si sarebbe negato. Ma, sia chiaro, non di più: domani, in un modo o nell’altro, ci sarà un governo.
Si arriva così alla svolta della giornata, quando verso le 13 l’ufficio stampa del Quirinale fa sapere, con tono asciutto, che “il M5s e la Lega hanno informato la Presidenza della Repubblica che è in corso un confronto per pervenire a un possibile accordo di governo e che per sviluppare questo confronto hanno bisogno di 24 ore”.
Toti preannuncia la "astensione benevola" di Forza Italia
Resta a questo punto un doppio nodo: il nome del premier ed il destino di Silvio Berlusconi, ed in entrambi i casi non è cosa da poco. Se però sul primo punto non si registrano novità, è vero che dalle parti di Forza Italia qualcosa si sta muovendo. Lo si capisce quando Giovanni Toti assicura: “Ho sentito Berlusconi stanotte. Il tema è che Lega e M5S hanno i voti per un accordo di Governo, a cui Forza Italia non parteciperà con un appoggio esterno. Ma il che non vuol dire che non si possa guardare a questa esperienza di un nostro socio strutturale da 20 anni con critica benevolenza. Una specie di astensione benevola. Dopo di che vedremo cosa faranno".
I meno giovani tra gli osservatori non mancano di notare che il frasario pare quello di una volta, di quando cioè i governi erano di coalizione. Un paio di repubbliche fa.
Brunetta assicura: resteremo alleati della Lega
Giovanni Toti, comunque, è da sempre un forzista di simpatie leghiste, e potrebbe parlare spinto anche da un desiderio, oltre che da un’idea. La conferma che Arcore sta ancora pensando, e non ha certo chiuso la porta, viene però da Renato Brunetta.
"L'alleanza rimane, è un grande valore. Nessuno però ci può chiedere altro”, dice l’economista, tradizionalmente tra i più affezionati a Berlusconi, “ Se vogliono fare il governo, lo facciano. Del resto anche nel 2011 e nel 2013 la Lega non votò il governo Monti né il governo Letta, ma l'alleanza rimase"-
E per Di Maio in fondo Berlusconi non è il male assoluto
Nel frattempo Di Maio si lascia scappare una frase sibillina. “Silvio Berlusconi? E’ meno responsabile di altri di questo stallo e del ritorno al voto”, dice, “il nostro non è un veto contro di lui. Vogliamo fare un governo solo con la Lega, che preveda due forze politiche”.
Salvini assicura, 24 ore basteranno
Accordo fatto? Ancora presto per dirlo, perché poco dopo Salvini ammette: "Devo parlare con entrambi", sia con Silvio Berlusconi che con Luigi Di Maio, "e non c'è ancora una risposta definitiva da nessuno". Ma basteranno 24 ore, come avete chiesto a Mattarella? "Assolutamente sì, basteranno 24 ore, l'abbiamo tirata già troppo per le lunghe".
Anche perché domani, in un modo o nell’altro, un governo ci sarà.