Quasi nessuno si sbilancia a parlare di un netto successo del Quirinale sui partiti che pretendono le elezioni, ma i quotidiani di oggi sono quasi unanimi nel dire che la mancata nascita di un nuovo governo porterà guai e incertezze, e che Sergio Mattarella ha messo ognuno di fronte alle proprie responsabilità.
Su La Repubblica, Stefano Folli parla di “coraggio istituzionale del Presidente” in un gesto compiuto “senza enfasi, con lo stile essenziale che è la sua cifra”. Il presidente della Repubblica ha investito il prestigio della sua carica per chiedere alle forze politiche di assumersi una precisa responsabilità verso il Paese”.
Purtroppo “Cinque Stelle e Lega sono già in marcia verso il voto” e “colpisce la mancanza di rispetto istituzionale verso il capo dello Stato che non ha sospeso la democrazia, ma chiede di non aggravare la condizione economica con qualche errore di troppo. In verità la spaccatura politica del Paese è tale che nessun richiamo al buon senso riesce a comporla”, ed ora ci si consumerà “in una corsa verso elezioni che potrebbero non dare alcun risultato utile. E allora sì che la crisi politica diventerebbe istituzionale.
Quasi prevedendo l’andamento delle borse di oggi, Dino Pesole sul Sole-24 Ore non si cela dietro i giri di parole. Il richiamo alla responsabilità rivolto ai partiti dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non può essere sottovalutato. Il rischio è che la speculazione finanziaria possa trarre alimento da questa grave e prolungata fase di impasse politica, mentre si moltiplicano i segnali di rallentamento della congiuntura. L’incertezza investe la stessa manovra di bilancio e la possibilità di evitare l’aumento dell’Iva.
Antonio Polito, sul Corriere della Sera, ricorre ai simboli della pop-culture, quasi a ribadire che l’italiano medio ha di che essere ben poco soddisfatto di come sono andate le cose. “Tra i partiti ha prevalso il giochino del pop corn”, rileva, “ogni volta che qualcuno voleva sfuggire alle sue responsabilità, se ne usciva dicendo: ‘Ora ci compriamo i pop corn e ci divertiamo’”. Bene, “si sono divertiti tutti, pare; e adesso vogliono che il pop corn lo compriamo noi elettori e ci sediamo ad assistere al più straordinario degli spettacoli politici mai visti: la seconda campagna elettorale in sei mesi”.
Conclusione: “C’è ancora qualche ora per ripensarci. Ma la legge di Murphy dice che se una cosa può andare male, andrà male. E questa legislatura è finora andata così male da far disperare che si possa riprendere in articulo mortis”.
Alessandro Sallusti, su Il Giornale, è di avviso ben diverso: “L’appello di Mattarella è caduto nel vuoto. Di più: è stato respinto con violenza. Un caso di ammutinamento dei partiti nei confronti del Quirinale senza precedenti”.
Ma poi aggiunge: “Quando si gioca con i dilettanti di solito finisce così, male per tutti. Votare a fine luglio è una follia solo a pensarlo, non sostenere un governo tecnico chiamato a scongiurare l’aumento dell’Iva un suicidio. Le ultime due novità della politica italiana (Renzi e grillini) non solo non hanno cavato un ragno dal buco, ma hanno portato alla paralisi della vita politica”.
Con diversa grazia Renato Farina, su Libero, sintetizza: “Con quel suo discorsetto da furetto candido, Mattarella, ha infilato un fico d’India in un oscuro pertugio di Silvio, così da farlo ribellare al ruolo di cameriere vergognoso di Salvini”.
Una “faina siculodemocristiana”, Mattarella, “ed ora il Cavaliere ha recuperato colore, fervore e persino furore”.
È solo l’inizio di una campagna elettorale che durerà tra i due e i quattro mesi.