Sergio Mattarella dopo 45 giorni di stallo getta il sasso nello stagno per forzare il blocco dei veti: affida a Elisabetta Casellati un mandato esplorativo mirato e a tempo. La presidente del Senato cioè dovrà verificare se è possibile una maggioranza parlamentare tra i partiti della coalizione di centrodestra e il Movimento Cinque Stelle che esprima un premier e sostenga un governo. E lo dovrà fare entro venerdì. Si tratta dunque della prima tappa di quel percorso per uscire dallo stallo, che il presidente della Repubblica aveva annunciato venerdì scorso al termine del secondo giro delle consultazioni. Una prima tappa che, in caso di fallimento, lascerebbe il campo ad altre successive con l'obiettivo ormai urgente di dare un governo all'Italia.
Ma la scelta di affidare alla Casellati un mandato esplorativo, e dunque non un incarico, ha diverse ragioni, che gettano un pò di luce sui possibili scenari che si apriranno da oggi in poi. La presidente è stata eletta con i voti di una maggioranza composta dal centrodestra unito e dal M5s, cioè le due formazioni che hanno avuto maggior successo alle ultime elezioni, a dimostrazione che unire i loro voti è possibile. I tempi limitati non piacciono ai partiti, Matteo Salvini diserta il primo giro di colloqui, avviato da Elisabetta Casellati a tempo di record.
Ma il Capo dello Stato non intende accettare e avallare che si faccia ancora melina, aspettando le elezioni regionali mentre il paese ha bisogno di un governo in carica già nelle prossime settimane: il Def, il vertice Ue e la crisi siriana non sono eventi rinviabili per il gioco di veti di chi, tra l'altro, sostiene di aver vinto le elezioni. Dunque si parte dalle due forze di maggior successo, centrodestra e M5s, per verificare se la maggioranza, che per Salvini è l'unica possibile, è in grado di sostenere un governo. Per ora, dal primo giro di colloqui di Casellati, non emergono novità, il M5s mantiene il veto su Fi e la Lega conferma la sua lealtà al Carroccio.
Ma questa di mercoledì è solo la prima giornata della prima tappa del percorso ideato da Mattarella. Se nemmeno domani ci saranno novità, la presidente riferirà al Quirinale, che potrebbe prendersi altri due giorni di riflessione per poi passare alla tappa successiva: accantonata l'ipotesi di centrodestra-M5s, si potrebbe passare a un nuovo mandato per verificare una maggioranza diversa o più ampia, aprendo anche ai sondaggi verso il Pd, magari affidato a Roberto Fico.
Certo, dal M5s non sembra giungere grande afflato per questa ipotesi, ma il Capo dello Stato ha come dovere quello di dare un governo al Paese, non di assecondare tutti i desiderata dei partiti. E la moral suasion a volte è fatta anche di piccole, successive, forzature. Se anche il secondo mandato fallisse, si potrebbe passare a un preincarico o a un incarico pieno, magari a quella figura terza di cui si parla e scrive da giorni, anche spendendo una figura istituzionale (o nomi si sprecano e arrivano fino alla Consulta, alla Corte dei Conti e ad ex ministri). Ma se si chiede al Quirinale cosa succederà da venerdì, la risposta è che tutto è possibile, che nulla è deciso. Insomma, oggi è cominciata una tappa.
Da venerdì si capirà se è anche l'ultima e il Paese avrà un governo a breve o se sarà solo la prima e ne seguiranno altre. Di certo c'è che Mattarella ha messo nel novero delle possibilità meno gradite le elezioni anticipate e che anche un governo del presidente non è tra le sue prime scelte, oltre ad aver già raccolto la contrarietà di Lega e M5s. La speranza è che il percorso avviato spinga i partiti a un dialogo che, finora, non è mai davvero nato.