No o governissimi e ad esecutivi con il Pd "e se il 22 si vince il governo lo facciamo in un quarto d'ora". Salvini tiene il punto. Bocciando la proposta di Calenda di un esecutivo di transizione e sottolineando che uno snodo fondamentale per uscire dall'impasse sarà il voto in Molise e Friuli.
L'attesa nel centrodestra è sulle mosse del Quirinale che da tempo ha fatto trapelare la necessità di accelerare per sbloccare la situazione ma il Carroccio da una parte e il Movimento 5 stelle dall'altra ribadiscono che serve un governo politico che parta dall'esito delle elezioni del 4 marzo. Tuttavia i pentastellati continuano a porre il veto su Berlusconi.
Dal Movimento 5 stelle è arrivato un vero e proprio ultimatum. "Aspetto qualche giorno e poi chiudo un forno", ha detto Di Maio a 'Otto e mezzo', "Salvini è stato zitto e ha subito l'umiliazione di Berlusconi che gli contava i punti del programma. Smetta - ha spiegato l'ex vicepresidente della Camera - di ostentare unità che non c'è, non aspetterò i suoi comodi. Appoggio esterno di FI è una questione che non si pone".
M5s quindi guarda in casa Pd, ma il partito del Nazareno al momento non è disponibile ad aprire un confronto per un governo, lo farà soltanto se e quando dovesse arrivare un input del Capo dello Stato. Intanto in FI si considerano, dopo le parole di Di Maio, chiusi gli spazi di dialogo con i pentastellati. È lo stesso Toti a certificare che gli alleati di FI nella coalizione non sono disponibili ad accettare paletti da Di Maio.
Sarà quindi il Capo dello Stato ad indicare la strada: a metà settimana potrebbe affidare un pre-incarico o più probabilmente un mandato esplorativo ad una figura istituzionale. In FI c'è chi si augura che il destinatario possa essere il presidente della Camera che a quel punto dovrebbe trattare anche con il partito azzurro. La convinzione però è che si vada sulla Casellati.
"Sarebbe meglio che fosse l'ultima chance ma la nostra linea è quella di un governo guidato dal centrodestra con i voti in Parlamento", spiegano i forzisti. Un mandato esplorativo in ogni caso difficilmente potrebbe incidere sulla partita, in quanto M5s considera pregiudiziale per un confronto il passo indietro del Cavaliere. "È un falso problema di chi non vuole affrontare i temi veri. Io vorrei sapere cosa ne pensa il M5S del programma del centrodestra", dice il governatore della Liguria Toti tornato a giocare un ruolo centrale in FI dopo la cena di ieri con Berlusconi e i contatti con Ghedini.
Il partito di via Bellerio chiede che Berlusconi "la smetta con il protagonismo", che eviti scene come quelle viste dopo l'incontro tra i leader del centrodestra e Mattarella ma in questo momento non intende strappare. Il timore in FI però è che possa succedere dopo il voto in Friuli. Il Cavaliere riunirà i gruppi azzurri mercoledì per ribadire che non intende mettersi da parte. Ha evocato nei suoi ragionamenti anche l'eventualità che in un possibile governo centrodestra-M5s i ministri siano di area ma è consapevole che un ragionamento del genere spaccherebbe il partito. E allora sotto traccia si continua a lavorare per un governo del presidente che metta al centro gli interessi dell'Italia.